Stefano Scaramelli, capogruppo di Italia Viva in Regione e vicepresidente del Consiglio regionale, reggerà l’alleanza col Pd?
"Il nuovo centrosinistra che si delinea a livello nazionale trova proprio in Toscana un’esperienza consolidata. Pd e Italia Viva hanno lavorato con rispetto reciproco, pur marcando alcune differenze. Quindi la risposta è sì, l’alleanza Pd-Italia Viva reggerà".
E l’ipotesi di allargamento della coalizione?
"Per noi non ci sono problemi, siamo disponibili da gennaio a parlare con altre forze per trovare una sintesi".
Il problema è che sono gli altri ad avanzare resistenze nei vostri confronti...
"C’è un governo che ha guidato la Regione per quattro anni e mezzo, siamo un modello da cui partire. Dovremo valorizzare ciò che ci unisce e minimizzare ciò che ci divide".
Anche dalla rilevazione della Cgil emergono dubbi pesanti: come ne uscirete?
"Intanto chiariamo che non si tratta di un sondaggio, ma della rilevazione dell’opinione di pochi iscritti della Cgil. Apprezzo il sindacato quando fa battaglie a difesa dei lavoratori, ma qui siamo su un piano strettamente politico...".
Con i 5 Stelle da sempre siete agli antipodi, come vi siederete allo stesso tavolo?
"Credo che anche loro debbano fare un’evoluzione interna, se definiranno la propria collocazione nel centrosinistra. Noi abbiamo fatto dei passi avanti, penso che anche loro possano fare un percorso interessante".
Ma alla fine Giani sarà ricandidato?
"La decisione compete al principale partito della coalizione, in primis. Noi siamo con lui sui programmi, lo abbiamo sempre sostenuto non senza far notare elementi critici quando lo ritenevamo opportuno. In ogni caso si dovrà ripartire dal lavoro svolto, per disegnare la Regione dei prossimi anni".
Non negherà un atteggiamento ondivago del suo partito negli ultimi anni: rimpiange la posizione alle comunali di Siena?
"Quella stagione si è conclusa con il pronunciamento dell’assemblea nazionale, che ha collocato il partito chiaramente nel centrosinistra. A Siena avremmo voluto stare nel centrosinistra, ma a condizione dello svolgimento di primarie vere e aperte. Così non è stato".
Ma non c’era anche una distanza politica marcata? Vi siete schierati con chi era stato con il centrodestra fino a cinque minuti prima...
"Proprio memori di quell’esperienza, mi auguro che appena il Pd concluderà la sua stagione congressuale si possa aprire un confronto approfondito. C’è bisogno di un’opposizione ferma alla maggioranza di questa città, lontana dalle esigenze e dalle aspettative dei senesi. E iniziare a ragionare già sulle prossime elezioni, i numeri dimostrano che se avessimo fatto parte della coalizione, Siena oggi non avrebbe un governo di centrodestra".
In Provincia in fin dei conti siete nella coalizione con il Pd, per quanto si tratti di elezioni anomale.
"Quel risultato non è da sottovalutare: con l’elezione di Stiaccini, siamo nel governo dell’amministrazione provinciale. È un dato politico importante".
Tornando alla Regione: le elezioni umbre rallentano l’ipotesi Creti-Farneta per l’Alta velocità?
"Direi che la cancellano definitivamente, le Regioni lavoreranno insieme per definire ogni scelta. L’opzione più rilevante per Siena è potenziare lo scalo di Chiusi. E sollecitare l’arrivo di altri due treni Blues per varare il collegamento diretto Siena-Roma".
Sulla sanità siamo alla scelta del nuovo dg dell’Asl Toscana sud est, cosa si aspetta?
"Mi aspetto che il nostro territorio sia protagonista delle scelte, non in termini campanilistici ma perché in grado di esprimere classe dirigente".
Crisi Beko e attese per le scelte su Banca Mps: qual è il futuro dell’occupazione sul nostro territorio?
"Su Beko il Governo ha fallito, dimostra che ha una politica industriale in grado di influire sui grandi processi. Banca Mps oggi è salva e sana, ovvio che nell’ipotesi di un’aggregazione il nostro impegno è la tutela del livello occupazionale sul territorio e nel capoluogo".