
Il ’Cambio’ alle origini della carriera. Negrita, la biografia made in Siena
Era da tempo che Alessandro Pagliai lavorava affinché un sogno si traducesse in pagine rock: ed ecco in libreria ’Negrita. Il Rock è libertà’ (Edizioni Il Leccio), una sentita biografia, anzi, come ci preannuncia lo stesso autore: "Quello che vi apprestate a leggere non è propriamente un libro. Un diario, forse. Sicuramente una raccolta di emozioni, con l’auspicio che possa diventare la condivisione di una stesso stato d’animo scaturito dalla musica".
Le biografie infatti camminano attraverso un’analisi letteraria e musicale dei protagonisti: in questo caso Pagliai adopera l’agile progetto grafico di Daniele Capperuccio per costellare il viaggio dei Negrita, il gruppo musicale che ha saputo modificare nel tempo intenti e vocazioni, per pagine costellate di impressioni, dischi, pareri di colleghi e amici. E aggiungiamo subito che c’è una consistente ’parte senese’ nel viaggio di questi divertiti musicisti aretini, nell’epoca primordiale del Cambio, il locale in Pantaneto, che ha ospitato ben ventuno volte le loro iniziali performance.
Come dire, Dario Di Prisco e Alessandro Fanetti ci avevano visto lungo. Un saggio quindi che offre spazio allo spettacolo, allo stile variopinto dei Negrita, ai loro innumerevoli incroci con altri gruppi, con altri artisti ma non solo, soprattutto toscani, ma senza mettere confini ad ispirazioni e contatti. Nell’allegria della più sincera contaminazione.
Un itinerario iniziato ufficialmente nel 1994, fino allo ’scoppio’ di Magnolia, terzo appuntamento discografico: ’Pioggia io sarò per toglierti la sete’, mostrando poi di curare sempre meglio un sogno letterario con appunti come ’Mentre i sogni si dissolvono e gli inverni si accavallano, quanti spilli sulla pelle, dentro il petto sulle spalle’ (2008), un gruppo coriaceo anche agli spifferi delle critiche di avere un po’ ’addolcito’ il suono e le intenzioni, mostrando invece come il mondo voglia cambiare e la coerenza migliore è seguire i propri istinti.
Un libro fatto per gli innumerevoli appassionati dei Negrita, ma non solo. Dentro c’è tutto un movimento che dagli anni novanta ha cercato di superare i capitoli invincibili dei due decenni precedenti. Senza avere la superstizione di generazioni considerate minori, solo perché tanto era stato scritto e suonato. Ed in mezzo c’erano e ci sono i Negrita e questa preziosa guida al loro subito riconoscibile stile.
Massimo Biliorsi