REDAZIONE SIENA

Il caso Beko di Siena alla Commissione Europea

Europarlamentare Pd Nardella interroga la Commissione Europea sulla vertenza Beko Europe a Siena. Speranze per i lavoratori senesi.

Nardella a Siena con i lavoratori

Nardella a Siena con i lavoratori

"Con alcuni colleghi presenterò un’interrogazione alla Commissione Europea, in particolare al settore economico e industriale, per chiedere intende intervenire sulla vertenza di Beko Europe". Ha lanciato un messaggio forte e chiaro l’europarlamentare del Pd, Dario Nardella, che giovedì a Siena ha incontrato i sindacati e parte dei 299 lavoratori dello stabilimento della multinazionale turca, alla presenza degli esponenti Dem del Consiglio comunale di Siena e della consigliera regionale Anna Paris. "Sicuramente interesseremo la Commissione Europea sul tema – ha detto ancora Nardella – perché lo stabilimento di Siena è inserito in una filiera industriale di un grande gruppo che ha molti siti". "Per noi è importante portare la vertenza in Europa, inoltre, grazie ai contatti che ho costruito con la Turchia, chiederò di vedere i vertici di Arçelik a Bruxelles, in modo da affrontare la questione a livello diretto con chi ha la proprietà della holding e controlla il gruppo di cui fa parte Beko", ha aggiunto l’eurodeputato Pd, che ha poi concluso: "Per la mia esperienza di sindaco, so che non bisogna perdere tempo e che è necessario andare alla fonte; quindi dobbiamo prendere contatto con chi è in grado di assumere decisioni, visto che, nonostante lo sforzo di istituzioni e sindacati, il management locale non sta dando risposte esaustive". Si riaccende dunque la speranza per i lavoratori senesi, che ora guardano alla riunione del tavolo al ministero delle Imprese e del made in Italy, in calendario giovedì. All’incontro sono attesi i vertici di Beko Europe, chiamati a presentare il piano industriale e, in particolare, a chiarire il destino di ciascuno dei cinque siti produttivi italiani. Siena è quello che presenta le maggiori criticità in termini di volumi prodotti: l’anno si chiude con il minimo storico di 267mila pezzi e il 2025 non offre prospettive di miglioramento per la contrazione del mercato del ’freddo’ e la concorrenza cinese. Di qui la necessità di portare la vertenza a un livello sovranazione, in Europa appunto.

C.B.