REDAZIONE SIENA

Il caso David Rossi. False dichiarazioni al pm. Aglieco sarà processato

Il primo aprile si apre il dibattimento per il generale che ora vive in Tunisia. La procura ritiene che arrivò nel vicolo del Monte Pio perché informato dell’accaduto. .

Il primo aprile si apre il dibattimento per il generale che ora vive in Tunisia. La procura ritiene che arrivò nel vicolo del Monte Pio perché informato dell’accaduto. .

Il primo aprile si apre il dibattimento per il generale che ora vive in Tunisia. La procura ritiene che arrivò nel vicolo del Monte Pio perché informato dell’accaduto. .

False dichiarazioni al pubblico ministero di Genova nell’ambito delle indagini sui pm senesi originate anche dalle dichiarazioni fatte dallo stesso colonnello Pasquale Aglieco nel dicembre 2021 davanti alla prima commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione di Banca Mps volato dalla finestra di Rocca Salimbeni il 6 marzo 2013. Per la cronaca, nel giugno 2023 per i tre pubblici ministeri Nicola Marini, Antonio Nastasi e Aldo Natalini fu decisa l’archiviazione. Non c’era stata nessuna omissione e manipolazione, nessun falso ideologico e l’intero castello accusatorio cadde.

Per il generale dei carabinieri Pasquale Aglieco, che ora vive in Tunisia ed è in pensione, inizia invece il primo aprile il processo per presunte false dichiarazioni. "Abbiamo scelto di andare a giudizio, senza optare per riti alternativi, per la precisa volontà di dimostrare in dibattimento l’assoluta correttezza del mio assistito che si è sempre reso disponibile ad interrogatori anche di dieci ore, senza mai sottrarsi", sottolinea l’avvocato Claudia Sorrenti di Roma che lo difende.

Al generale, che all’epoca della morte di Rossi era comandante provinciale dell’Arma di Siena, sarebbe stato chiesto dal pm di dare informazioni, come persona informata sui fatti, nell’ambito del fascicolo aperto nel 2021. La procura, però, non ha ritenuto credibile il suo racconto sull’arrivo nel vicolo del Monte Pio la sera del 6 marzo 2013 dove c’era il corpo di Rossi. Aglieco quella sera era uscito per andare a comprare le sigarette. Giunse lì, intorno alle 20.40 perché, come sostenuto durante le varie audizioni, visto il ruolo che ricopriva come comandante provinciale notata l’auto della polizia che sfrecciava proprio in direzione del Monte dei Paschi e considerato che l’inchiesta su Rocca Salimbeni in quel periodo era in pieno svolgimento, con un’attenzione mediatica nazionale e internazionale sul caso, ritenne suo dovere andare a verificare cosa fosse accaduto. Al pm ha escluso di aver ricevuto preventive informazioni sul volo dalla finestra di Rossi mentre, sempre secondo la procura, sarebbe in realtà andato lì proprio perché avvertito da qualcuno dell’accaduto. "Una dichiarazione che è stata ritenuta censurabile, addirittura costituente reato. Ma ci sono testimonianze secondo cui Aglieco non aveva il telefono in mano ma le sigarette. Nessuno l’ha pre-informato. E lo dimostreremo", sostiene l’avvocato Sorrenti.

Laura Valdesi