DIEGO MANCUSO
Cronaca

Il caso Pienza e il ’trapianto’ di campanili

’La dolce villa’ su Netflix, in fase di montaggio la parte superiore del profilo di San Quirico innestata su quello della città di Pio II

Sopra il ’falso’ in tv, a destra il vero campanile del Duomo di Pienza e Ciacci

Sopra il ’falso’ in tv, a destra il vero campanile del Duomo di Pienza e Ciacci

Avvistamento nei cieli di Pienza, attraverso i monitor. Non c’è però da allertare ufologi e Area 51 perché l’oggetto, in realtà, è stato subito identificato da un occhio attento, non appartiene a civiltà aliene ed è ben piantato in terra, almeno dai primi dell’800; semmai, non si sarebbe dovuto trovare in quel posto. In breve, i fatti; mentre stanno seguendo, su Netflix, il film "La dolce villa", grande produzione americana ambientata in Val d’Orcia, lanciata come la pellicola di San Valentino 2025, Cristiano Ciacci, pediatria di Pienza, e la moglie Michela hanno un sussulto, probabilmente l’unico suscitato da un intreccio esile e non particolarmente incisivo: in una panoramica dalla Val d’Orcia della città di Pio II, la cattedrale appare ‘abbellita’ dal campanile della Collegiata di San Quirico; non basta, in secondo piano, il palazzo comunale reca una diversa torre campanaria, sempre della vicina località.

I due non hanno dubbi e comunque basta un fermo-immagine per avere conferma dell’impressione: in sede di montaggio, è stato effettuato il trapianto, sugli elementi architettonici originali. Ciacci commenta l’immagine sui social, senza drammatizzare: "Questa sostituzione di campanili pientini con altri di San Quirico – racconta il medico – mi ha fatto venire alla mente l’antica rivalità tra i due centri che ha vissuto i suoi momenti più alti quando le rispettive squadre di calcio si sono trovate avversarie negli stessi campionati e si esprimeva soprattutto in sfottò e scherzi. Ecco, se questo fosse stato uno scherzo, si può dire che sarebbe ben riuscito".

E in questa chiave si sono registrare la maggior parte delle reazioni al post, anche se non proprio tutte. Sulle motivazioni di un ‘trucco’ abbastanza astruso, anche per la diversità di epoche dei vari edifici, che dà vita ad un’accozzaglia di stili, Ciacci formula la sua opinione, probabilmente non distante dalla verità: "Benché ribattezzata Montezara, San Quirico è la location principale del film, quindi, forse, anche nella panoramiche, gli autori avranno voluto calcare la mano su quel luogo".

Poi, rivelandosi telespettatore attento, il pediatra pientino fa notare che il film è disseminato di sequenze che mettono in fila luoghi di Pienza e San Quirico d’Orcia molto distanti tra sé: "il protagonista entra in bici in piazza Pio II e dopo un attimo sbuca all’ingresso degli Horti Leonini. A mio giudizio – commenta – modifiche così grossolane non sono positive né per chi ospita le lavorazioni, pensando ai benefici che gliene possono derivare né per chi guarda che o viene ingannato o può nutrire il dubbio di esserlo stato". D’altra parte, il sud senese continua ad essere scelto per film e spot e si conoscono bene gli effetti, finora positivi, che immagini in circolazione per il mondo, hanno avuto in termini di promozione e richiamo: che sia allora arrivato il momento, nel concedere le autorizzazioni, di formalizzare la fedeltà dei prodotti ai luoghi?