La ‘rivoluzione’ nello scegliere i drappelloni, dagli anni settanta, passa anche attraverso i pittori senesi. Uno dei primi è senz’altro Emilio Montagnani, che è l’autore del cencio per la carriera del 2 luglio 1971. E’ un’opera volutamente sfuggevole, come se il Palio fosse una tavolozza di colori che si disperde al primo vento. Ne esce fuori una linea in movimento di sfumature che offrono un risultato sorprendente, magico, inafferrabile proprio come certi sentimenti contradaioli.
Anche la madonna di Provenzano non si sottrae a questa leggiadra regola di Montagnani, il suo volto campeggia nella parte centrale dell’opera ma sembra essere preda dei venti, di una religiosità che il senese adopera a sua immagine e somiglianza. Un Palio di alta classe, proprio come la mano di questo artista mia troppo valutato come si meriterebbe, nel segno di una pittura ancora tutta da decifrare. E la città con la sua torre, la corsa, sembrano perdersi in un magnifico gorgo di emozioni senza fine.
Tutto da ammirare nel museo della Contrada della Pantera dal giorno vincente di Mirabella e Canapino per il Capitano Mori Pometti.
Massimo Biliorsi