PINO DI BLASIO
Cronaca

"Il centrodestra ha vinto con i voti Il Pd non è stato capace di allearsi"

Bussagli, presidente della Provincia: "Dopo 5 anni il partito non ha avuto la forza per tornare al governo"

"Il centrodestra ha vinto con i voti Il Pd non è stato capace di allearsi"

di Pino Di Blasio

David Bussagli, lei è il dem più alto in grado in provincia, con il senatore Franceschelli?

"Se la mette così... Sono consapevole di avere due ruoli istituzionali cruciali, presidente della Provincia e sindaco di Poggibonsi, secondo Comune e polo industriale. Ho un carico significativo di responsabilità, provo ad onorarlo al meglio".

Come vertice Pd, pensa di essere stato utile alla campagna elettorale a Siena?

"Ho dato il contributo che mi è stato chiesto dal partito di Siena. Ho partecipato a diverse iniziative con Anna Ferretti e con i dirigenti del Pd e del centrosinistra. Ma le elezioni comunali hanno dinamiche molto locali".

Perché ha perso il Pd?

"Ha vinto il centrodestra e la proposta di Nicoletta Fabio che ha chiuso con i cinque anni della giunta precedente. Ha saputo presentarsi come sindaco nuovo, che non aveva responsabilità degli errori commessi da De Mossi. E con un programma che gli elettori senesi hanno apprezzato. Premiandola con tanti voti in più al ballottaggio".

Perché ha vinto Fabio, allora?

"In democrazia funziona così. Al sindaco di Siena, nelle ore successive al voto, ho inviato messaggi di disponibilità istituzionale, nell’interesse della città e della provincia".

Il Pd è minoranza a Siena?

"E’ ancora il primo partito in città, ha distanziato di 5 punti Fratelli d’Italia, che però ha fatto leva sull’unità delle forze di centrodestra. Al Pd è mancata la capacità di allargare la maggioranza, con le percentuali al primo non si vince senza alleati".

Con chi avrebbe cercato l’alleanza?

"Le forze politiche che hanno accompagnato Anna Ferretti hanno fatto scelte condivise. Io non c’entro. Porto la mia esperienza da sindaco a Poggibonsi, nel 2019 ho puntato su una maggioranza tra Pd e forze civiche".

Ha sentito il peso, notato da Roncucci e da Franceschelli, di esponenti di peso nel Pd che hanno piantato paletti?

"Mi impongo di ricordarmi ogni giorno che non siamo né gli unici né gli ultimi. E’ la mia base per l’azione di governo. Siamo tutti utili, nessuno è indispensabile. Bisogna capire che c’è un posto che deve essere occupato da qualcun altro e che si può dare una mano in tanti modi".

Il Pd senese sarà commissariato?

"Il segretario Roncucci ha convocato l’assemblea cittadina, dove si presenterà dimissionario. Sarà quella la sede delle decisioni. Se dopo 5 anni che si è stati all’opposizione, non si è avuta la forza di tornare al governo della città, qualcosa va cambiato, evidentemente".

Qual è la sua strategia sul futuro di Estra?

"Parte dalla prospettiva che l’azienda dovrà avere domani e nei prossimi anni. Una volta determinata la mission, si sceglieranno i ruoli di governance che dovranno attuarla: presidente, ad, direttore generale. La proprietà, quindi i territori interessati, devono riflettere su cosa deve fare Estra e sulla sua funzione strategica".

Lei vuole la multiutility?

"Sono critico rispetto all’aggregazione nata su alcune società fiorentinocentriche, non ne leggo fino in fondo la prospettiva industriale. Si intuisce la leva finanziaria, sono più in difficoltà sulla comprensione dell’utilità industriale per i territori dell’operazione multiutility".

Per Siena l’utilità è marginale rispetto alle altre province, non toccherà rifiuti e acqua...

"Poggibonsi è a 300 metri dalla città metropolitana di Firenze, si può ragionare su logiche industriali toscane, regionali. I confini si saltano. Se anche la multiutility avesse un senso per risolvere i problemi di impianti per alcune parti della Toscana che soffrono, la logica industriale ci sarebbe. Per ora non la vedo. La leva finanziaria è uno strumento per fare delle cose".

C’è una scadenza che incombe, l’assemblea di Estra.

"Giusto. Abbiamo qualche settimana in più, l’assemblea è convocata per i primi di luglio. Sfruttiamo questo tempo per confrontarci sulle prospettive della società, poi si faranno i nomi".

Siena è in minoranza?

"Gli statuti parlano chiaro, Estra non si governa con accordi di maggioranza. Lo studio del professor Savioli, incaricato da Intesa di studiare la multiutility, ha evidenziato che Estra può continuare anche da sola, con il suo piano di sviluppo. Il 25% di Intesa è più frammentato, ma questo territorio è in grado di esprimere classe dirigente".