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Il cuore oscuro dell’Europa. Marcia di 6mila chilometri assieme al popolo in fuga

Stasera all’Accademia degli Intronati il libro di Pagliassotti, ’La guerra invisibile’. Il lungo viaggio sulle rotte dei migranti che tentano di entrare nella fortezza Ue.

Il cuore oscuro dell’Europa. Marcia di 6mila chilometri assieme al popolo in fuga

C’è una guerra che non si vede. Di tanto in tanto un ’incidente’ induce i giornali a parlarne, poi tutto si placa e si sublima in discussioni diplomatiche, in incontri e scontri che non affrontano le cause non effimere che l’hanno fatta nascere. È la guerra che oppone l’Unione europea e i migranti che tentano di raggiungerla. È ’La guerra invisibile’, di cui scrive Maurizio Pagliassotti in un libro Einaudi. Un reportage che somiglia a un diario di viaggio, ma no lo è.

L’autore è un giornalista, già noto per libri che hanno la stessa cruda struttura di questo. Per capire e farci capire qualcosa di più dei drammi che destano indignazione e sgomento ha percorso seimila chilometri su rotte battute a fatica da torme di emigranti e ci ha fornito un resoconto agghiacciante. Chiamarli ’migranti’ non lo convince: "Migrante è colui, o colei, che si muove, parte e va da qualche parte a fare qualcosa: a lavorare, a rubare, a integrarsi in una società oppure a disintegrarla. Il suo è un viaggio". Nel fenomeno cui assistiamo, se da una parte c’è l’immaginaria frontiera di un’Europa che non è riuscita a diventare una federazione con politiche comuni, dall’altra ci sono ’nemici’, quanti tentano di penetrare nella malconcia fortezza difesa con logiche d’altri tempi. Il libro è scritto in una prosa chiara e fa più impressone proprio perché narra i fatti senza alzare il tono del discorso. Sarà presentato da Tiziana de Rogatis, docente di letterature comparate all’Università per Stranieri, nella sala dell’Accademia degli Intronati oggi alle 17,30. E il pubblico potrà intervistare l’autore. Che dalla rotta alpina italo-francese al confine turco-iraniano ha affrontato un itinerario lungo seimila chilometri, in parte a piedi e in parte con i mezzi di fortuna acciuffati dai migranti in cerca di un vita vivibile. Cammina per sentieri e boschi che di notte si popolano d’improvviso. E va alla scoperta di un fronte di guerra interno.

"Un fronte – dice – di lunga durata, ben piú di quello ucraino, ma molto piú nascosto o del tutto invisibile. Una guerra vittoriosa perché il nemico, il migrante, alla fine è battuto, ridotto a vivere nascosto e braccato in piccoli gruppi lungo la rotta dei Balcani o in Turchia". Ne viene fuori uno sconcertante panorama-verità. Maurizio si fa "migrante tra i migranti, trafficante tra i trafficanti, anarchico tra gli anarchici": e punta a raccontare desideri, manovre, astuzie, sconfitte per abbozzare in che cosa consista ’il cuore oscuro dell’Europa’. La mappa è una geografia fatta di cento tappe: Briançon, il Brennero, Bolzano, Trieste, Karlovac, Subotica, Sarajevo, Pristina, Salonicco e poi Istanbul, Ankara. Non mancano associazioni di volontari che soccorrono. Ma il quadro che vien fuori denuncia il vizio d’origine: trattare il tema globale che segna un trapasso d’epoca come questione di polizia.

Roberto Barzanti