"Non la sento affatto come una ’diminutio’ essere passato dal comandare la polizia municipale di Roma, un corpo di 6.300 vigili, a guidare una questura con 300 agenti. Non solo per la tipologia della funzione, è una responsabilità importante essere un questore. E poi sono entrambe scelte ministeriali, disposizioni di servizio che vengono dal Viminale, per ruoli diversi e ugualmente cruciali". Ugo Angeloni, questore a Siena da meno di due mesi, vuole farsi fotografare con i suoi dirigenti, per ribadire che guida una squadra.
Qual è la differenza tra comandare Roma e Siena?
"Sostanzialmente di responsabilità. Un questore deve tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, coordinandosi con le altre forze di polizia. A Roma ero a capo della polizia locale, che guardava alla sicurezza urbana, dal degrado alla devianza. Compiti diversi, anche se si sfiorano".
Il primo approccio con Siena?
"Una città meravigliosa. Solo dall’interno riesci a capire quanto sia ricca di storia, di arte, di cultura. Paragonabile a Roma, senza timori. Quando sono entrato in Palazzo Pubblico, ho avuto le stesse sensazioni di quando entrai in Campidoglio".
C’è un elemento in più?
"Sì, il fattore sociale. L’organizzazione delle Contrade è unica, dà l’essenza della comunità. Solo quando la conosci, puoi capirne il valore. Nel nostro lavoro, di controllo del territorio, è determinante il controllo sociale. Trovarlo in una città così organizzato, è un aiuto formidabile".
I numeri della sicurezza sul Palio sono quelli degli anni scorsi? Ci saranno rinforzi, agenti in borghese, unità cinofile, artificieri, tiratori scelti sui tetti e l’elicottero in cielo?
"Non ho cambiato nulla, ho registrato subito indicazioni sull’efficacia dei servizi di ordine pubblico per la gestione del Palio. Non è facile saper adattare il dispositivo di prevenzione, che richiede rigore, con l’elasticità e tanto buon senso necessari per rispettare un rito di secoli. Ho trovato qui una vasta gamma di colleghi che sanno come adeguarsi alla Festa. Una macchina di altissimo livello, a me è toccato solo fare piccoli interventi di regia, soprattutto con l’amministrazione comunale".
Ha compreso cosa vuol dire la parola ’fronteggiamenti’?
"Certo e ho capito anche il senso della sua domanda. Credo che il fronteggiamento sia vissuto oggi, dalla città e dalle Contrade, adeguandosi ai tempi. E dalle forze dell’ordine questa tradizione è letta in maniera diversa da un articolo di codice".
Sarà il buonsenso la sua bussola sull’argomento?
"Indubbiamente. Ma sono situazioni che vanno viste anche sotto il profilo normativo".
Scusi se traduco; lei vuole dire che se si esagera il fronteggiamento diventa altro?
"E’ così: laddove ci saranno i presupposti, agiremo. Ma si vedrà caso per caso".
Qual è il timore maggiore nella sicurezza nel Palio?
"Premesso che, dopo quello che ci siamo detti, ho garanzie che tutti i tasselli del sistema di controllo siano al loro posto, non nutro timori particolari. Ci sarà un’affluenza notevole, ma ho già visto, il giorno dell’estrazione delle Contrade, che c’è molto autocontrollo delle Contrade. Poi ci sono le situazioni ordinarie legate a migliaia di persone in un unico luogo".
Come sono i rapporti con le istituzioni senesi?
"Cordiali sin dall’inizio. Massima collaborazione dal 2 maggio in poi, nell’ambito di una regia che spetta al prefetto".
Come si immagina il suo impatto con il Palio?
"Nutro un’aspettativa fortissima. L’ho visto qualche volta in tv, ma non rende l’idea. Sono i racconti dei miei collaboratori che accendono le aspettative".
Dopo il Palio, si dedicherà alla provincia? C’è qualche emergenza che la preoccupa?
"Ho già cominciato. Intensificherò le visite e le collaborazioni con carabinieri e Guardia di Finanza. Questo è un territorio che non evidenzia situazioni particolari di sicurezza. La sfida è riuscire a mantenere questi livelli elevati di ordine pubblico. I numeri dei reati non spiegano lo stato di salute di un territorio. Da un lato perché anche un solo reato, per chi lo subisce, è un dramma. Dall’altro perché le comparazioni tra territori, hanno un senso relativo".