PINO DI BLASIO
Cronaca

Il dolce ritorno di Fiore a Siena

Inaugurato il nuovo stabilimento. Investimento da 5 milioni di euro

di Pino Di Blasio

In viale Toselli ieri mattina è andato in scena un taglio del nastro che aveva il sapore di un ritorno al futuro. A distanza di 70 anni dall’ultima fabbrica Fiore in città, quasi un quarto di secolo dopo la trasformazione dello stabilimento Sapori in viale Cavour in appartamenti di pregio, l’industria dei dolci senesi torna a Siena. Ed è una riapertura destinata ad accendere speranze di riconquistare fette di mercato perdute per troppi fattori.

Gabriele Filippini, ad Dolcezze Savini e Fiore, elenca i numeri dello stabilimento appena inaugurato. "Attualmente sono 3 mila metri cubi, prossimamente arriveremo a 3.500 quando saranno ristrutturati gli spazi degli ex mercati generali, che ospiteranno gli uffici e lo spaccio aziendale. Abbiamo vinto la gara per l’affitto cinque anni fa, abbiamo dovuto alzare il prezzo, fino a 240mila euro l’anno da pagare al Comune. C’erano nostri concorrenti interessati, come Corsini, la base d’asta era di 15mila euro al mese. Ma per dieci anni, presumibilmente, potremo stare tranquilli".

L’investimento del gruppo Dolcezze Savini per Fiore si aggira sui 5 milioni di euro. "L’obiettivo - è sempre l’ad Filippini che parla - è toccare un fatturato di 10 milioni di euro sia con ricciarelli e panforte che con i biscotti. Saranno 80 i dipendenti, compresi gli stagionali, che lavoreranno nello stabilimento, 50 saranno quelli fissi".

Alla cerimonia del taglio del nastro, assieme al sindaco Luigi De Mossi e al prefetto Maria Forte, c’erano tante autorità. Segno che il ritorno dell’industria dei dolci senesi a casa, è un evento da festeggiare. "La scelta di Fiore è un onore per la città - dice il sindaco -. E’ la prova che la modernità va a braccetto con la tradizione, e l’accelerazione tecnologica può esaltare i nostri prodotti tradizionali. Ci sono altri investimenti promettenti in città, sia alimentari che farmaceutici e di settori più tpicamente industriali. Prova di un ricollocamento dell’economia".

Lo stabilimento è diviso in due reparti: il primo più industriale, dedicato alla produzione di ricciarelli, panforte e dolci senesi. "Possiamo arrivare a 4mila ricciarelli ogni due ore e a migliaia di panforti - dice il capo pasticcere Roberto Lazzereschi -. Nel reparto più artigianale produrremo biscotti a marchio Dolcezze Savini. La carta vincente per riconquistare mercati è sempre la qualità".

I 10 milioni di fatturato in due anni, che sono l’obiettivo dell’ad Filippini, sono una tappa di avvicinamento all’epoca d’oro dei dolci senesi, di ricciarelli, panforte, cavallucci e copate. Negli anni ’80 e ’90, quando imperava il celebre spot "chi dice Palio dice Siena, chi dice panforte dice Sapori" i fatturati dei dolci senesi superavano i 100 miliardi di lire ogni anno. E c’erano decine di giovani che lavoravano alla Sapori come stagionali durante le feste. "Ora il mercato si è dimezzato - spiega Gabriele Filippini - siamo attorno ai 30 milioni di euro. E lo dico con cognizione di causa, visto che fino a 3 mesi fa ero presidente del Consorzio Ricciarelli e panforte, prima di passare il testimone a Fausto Leoncini. Fiore è leader del mercato, Sapori è un marchio del gruppo Colussi, che produce a Bargino, poi ci sono altre aziende anche artigianali".

Per l’ad di Fiore ricciarelli e panforte non sono passati di moda. "Tornare ai fasti dell’epoca d’oro non è facile, sono trentanni che non c’è un’azienda senese alle fiere mondiali dei dolci. Noi ci torneremo domani a Colonia, ma servirebbero investimenti istituzionali per rilanciare i prodotti tipici. L’Igp è importante, devi lanciarla con operazioni di marketing e con pubblicità. Per ora non ci sono mezzi finanziari sufficienti".