Ricordiamo un drappellone del 1968: Celso Mireno Ermini è l’autore di un cencio dedicato al 50esimo anniversario di Vittorio Veneto, quindi un tema al tempo ancora molto sentito in città, considerando la presenza di ancora diversi reduci della Grande Guerra. L’Italia, rappresentata come tradizione, sta seduta ed osserva un grande libro: questo offre il senso al primo sguardo e anche ad un accennato movimento che caratterizza l’opera dell’artista Ermini. Tutto si stempera in un accennato cubismo che sembra voler leggermente contrastare il resto del cencio, che resta fortemente nel percorso pittorico tradizionale. L’Assunta sorge oltre i colori patriottici e oltre un possibile sole, che è poi la speranza di tutti gli uomini di buona volontà. Gli stemmi delle Contrade e quelli comunali seguono l’iconografia ormai ben collaudata. Mentre in basso un cannone testimonia il senso cruento di una guerra dura e cattiva e difficile da dimenticare, ecco che appare evidente che i colori predominanti sono tre, quelli patriottici, che poi guarda caso, sono quelli anche della Contrada che si porterà a casa l’opera di Celso Mireno Ermini, l’Oca, che raggiungerà il successo con l’accoppiata Livietta e Aceto.
Massimo Biliorsi