
Il flauto d’oro, di fuoco o magico. Il flauto in questione era quello di Severino Gazzelloni, virtuoso che diventò l’icona del suo strumento e con cui Siena ha avuto il privilegio di condividere un rapporto preferenziale: per la Chigiana, dove il maestro dal 1965 fu titolare del corso di flauto, che mantenne per tutta la vita; e per il feeling che il maestro aveva instaurato con la nostra città. ‘Nel segno del Flauto d’oro – Severino Gazzelloni a Siena e nel Mondo’ l’evento con cui domani, dalle 18, nella Sala delle Vittorie, la Contrada di Valdimontone lo ricorda, già trascorsi cento anni dalla nascita nel 1919. Un flauto veramente d’oro quello di Severino Gazzelloni che adottò esclusivamente strumenti in oro, per assecondare la sua particolare estetica timbrica.
"Un grandissimo musicista. Non ho avuto l’opportunità, per differenze di età, di studiare con Gazzelloni, ma ho condiviso il pregio di poterlo ascoltare", dice il maestro Luciano Tristaino, uno dei migliori flautisti italiani, legato alla nostra città anche per il suo rapporto con l’istituto Franci. Domani celebrerà il maestro Gazzelloni, scomparso nel 1992, con la sua musica e il suo flauto. Con lui il flautista Paolo Totti: racconterà la figura di Gazzelloni illustrando episodi di vita e di musicista, la sua esperienza di transizione tra musica classica canonica e contemporanea. Un’occasione la serata nella Contrada di Valdimontone anche per ricordare la vocazione alla musica della nostra città che, fra le migliori espressioni della sua vivacità culturale, ha favorito la presenza di importanti artisti diventati così testimonial del nostro territorio.
Per trenta anni primo flauto dell’orchestra Rai, Gazzelloni condusse un’assidua ricerca tecnica dedicata all’ampliamento delle potenzialità del suo strumento. Acclamato dalle più importanti platee, Gazzelloni, a cui molti compositori hanno dedicato le loro creazioni, fu protagonista di un’attività concertistica e da solista, insegnò in numerosi corsi di perfezionamento.
" Il suono personalissimo, rotondo e sicuro, la sicurezza espressiva, un lirismo svettante che coniugava con una tensione viva e profonda, sono stati gli elementi distintivi dello stile di Gazzelloni - continua Tristaino -. Gli dobbiamo gran parte del repertorio novecentesco del flauto, a cui ha regalato uno sviluppo straordinario. Era un artista assoluto: suonava Vivaldi, come sperimentava la musica di Berio e di Maderna di altri compositori contemporanei". La sua ammirazione per Gazzelloni, Tristaino la dimostrerà anche presentando un repertorio che rimanda alla sensibilità del grande musicista. "Dopo alcuni estratti della Partita in La minore di Bach, il concerto continuerà con ’Syrinx’ di Debussy.; poi un brano della Sequenza di Berio dedicata a Severuino Gazzelloni. Gran finale con un’eccellenza: ’Meri’ per flauto solo di Fukushima, 1962, che Gazzelloni suonò in prima esecuzione assoluta al festival di Darmstadt". Evento nel rispetto delle norme anti-Covid.
Antonella Leoncini