PINO DI BLASIO
Cronaca

Il furto dei bonus cultura Siena al centro della truffa

Michelotti alla Camera e Franceschelli al Senato aspettano i dati dal ministero. La stragrande maggioranza delle denunce viene da studenti maschi senesi.

Il furto dei bonus cultura Siena al centro della truffa

di Pino Di Blasio

L’onorevole Francesco Michelotti racconta di aver parlato con il capo gabinetto del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per avere più dati. "Per ora mi ha riferito - spiega il deputato FdI - di aver visionato una dozzina di denunce di bonus cultura rubati ai neodiciottenni, tutte da Siena. Ma mi ha assicurato che le verifiche sono appena iniziate. Da parte mia ho chiesto garanzie che quei bonus spariti dalle app dei ragazzi vengano restituiti. Il ministero non deve frustrare i desideri di cultura dei giovani".

A Palazzo Madama, il senatore Silvio Franceschelli si è mosso su binari paralleli. "Ho chiesto al ministero di avere tutti i dati sulle denunce e sui mancati pagamenti dei bonus cultura. Oggi o domani dovrei avere i numeri. L’interrogazione in Senato è già pronta e sarà firmata da altri senatori, non solo da me. Vogliamo capire che portata ha il fenomeno, se la truffa è localizzata solo a Siena o anche altrove".

Il dilemma è proprio questo, la mappa geografica dei furti dei bonus da 500 euro nella App18. Le 75 denunce del 2021 e le 27 finora registrate nel 2023 sono tutte a Siena, di studenti senesi concentrati soprattutto in due istituti superiori del capoluogo. La polizia postale di Firenze ha parlato, ufficiosamente, di un paio di segnalazioni dall’area fiorentina, ma non formalizzate come i casi senesi. E ieri una delle famiglie che hanno creato il gruppo dei truffati del bonus ha rivelato di aver ricevuto una richiesta di informazioni da una mamma di Bologna, che si sarebbe trovata nella medesima situazione.

Ma sembrano casi spot, l’epicentro di questo furto di massa del bonus cultura è indubbiamente Siena. In altre città, come provano le denunce degli anni scorsi a Palermo e a Napoli, riguardavano accordi tra librerie e giovani, che avrebbero girato i 500 euro agli esercenti, ricevendo in contanti la metà del bonus. Tutta un’altra truffa, nel caso di specie ad essere stati derubati sono i giovani neo diciottenni. Altra particolarità raccontata dalle famiglie dei ragazzi, tutte le denunce riguarderebbero studenti maschi delle scuole superiori. Siccome il bonus cultura è un algoritmo simile al codice fiscale, per i truffatori potrebbe essere più facile rubare quello dei maschi. Ai codici fiscali delle donne si aggiunge 40 al giorno di nascita e questo complicherebbe i calcoli dei ladri informatici.

Ora si tratta di attendere le verifiche ministeriali. E se i dati confermeranno che il centro della truffa è Siena, gli sforzi degli inquirenti dovranno concentrarsi qui. Oltre al fatto che per il ministero sarebbe gioco facile restituire i bonus ai ragazzi derubati.