"La crisi Beko? Se si chiude una porta, può aprirsi un portone. Io sono sempre fiducioso". Carlo Bianco, 55 anni, entrato in fabbrica nel 1998, sfodera il suo spirito napoletano di fronte alle difficoltà. "Sono delegato della Fim Cisl – racconta – e anche mia moglie Alessandra lavora nello stabilimento Beko di viale Toselli. In altre parole, in caso di chiusura, sarebbero due gli stipendi a mancare in famiglia". Le spese infatti non mancano: "Cerchiamo di risparmiare, evitando di fare il passo più lungo della gamba – racconta –. Ci sono due figli da mantenere, ci sono le bollette da pagare e abbiamo anche un mutuo sulla testa, ma il Natale è tradizione, soprattutto per noi napoletani, quindi il nostro è stato come quello dell’anno scorso, una festa in famiglia". Quanto al Capodanno, le aspettative non sono delle migliori: "Sarà un 2025 lungo e difficile, ma non staremo a guardare mentre l’azienda chiude. Io sono tra i delegati che partecipano ai tavoli ministeriali, mi rendo conto delle difficoltà".
Bianco alterna diversi stati d’animo: "Ci sono giorni in cui sono battagliero e altri in cui mi abbatto, ma non si deve mollare". Il suo ’mantra’, così come quello degli altri lavoratori, è: "Non mollare mai". "Trascorrerò San Silvestro fuori con gli amici, per prendere una boccata d’ossigeno. Poi si tornerà a lottare a testa bassa, perché siamo vittime di un’enorme ingiustizia. Non ci hanno nemmeno provato a salvare lo stabilimento e i posti di lavoro... Questo non possiamo sopportarlo ". E ancora: "L’8 gennaio si rientra in fabbrica e si lavorerà. I giorni di cassa integrazione invece saranno dedicati alla lotta – annuncia Bianco –. Siamo abituati alle difficoltà, soprattutto noi napoletani, ma devo dire che questa vertenza sta unendo le persone. Lo ripeto – è la conclusione – sono sempre fiducioso, vedremo dove riusciremo ad arrivare per salvare i nostri posti di lavoro".
C.B.