PINO
Cronaca

Il gioco dell’ego in politica vince solo per poco

Ritiro di Tomaso Montanari da elezioni Firenze: mancanza appoggio 5Stelle causa decisione. Critiche a Conte e alla politica dell'ego nelle liste.

Pino

Di Blasio

segue dalla prima

Più amara però è stata la decisione di ritirarsi dalle elezioni amministrative a Firenze, di non presentare nessuna lista ’11 agosto’ alle comunali, né candidati a sindaco o a consigliere che possano far riferimento all’associazione. Tomaso Montanari, fondatore e ideatore dell’associazione, si è ritirato dalla contesa dopo aver preso atto che il Movimento 5 Stelle non avrebbe appoggiato la sua corsa. In precedenza si erano sfilati Sinistra progetto comune, che ha candidato a sindaco Palagi, e la lista di Cecilia Del Re, che cerca altre alleanze.

Montanari confessò due mesi fa a chi scrive e a una giornalista della Rai che non si sarebbe candidato a Firenze senza l’appoggio dei 5Stelle. E invitava Giuseppe Conte a decidere in fretta. L’errore del nostro è stato proprio questo e glielo dicemmo anche due mesi fa: chiedere a Conte di decidere, di scegliere. E’ come chiedere ad Attila di innaffiare l’erba o a Erode di aprire un asilo nido. L’ex premier di due governi agli antipodi ha sostituito nel suo lessico politico l’aut aut con il ’né-né’. Non sta né con Putin né con Zelenski, né con Trump né con Biden, né con il Pd né contro il Pd. Far dipendere la sfida politica dell’11 agosto da Conte versione ’uomo che non può scegliere mai’, significava ritrovarsi in una palude di attese e mosse false, passi avanti e indietro, un valzer immobile. La fine era scontata, dunque.

Altro errore è il gioco dell’ego, il peso personale nella lista. Se Tomaso Montanari avesse detto subito a quali candidati a sindaco, autorevoli e indiscutibili, stava pensando, la luce dei riflettori si sarebbe direzionata verso di loro, non solo sul rettore. E avrebbe dato corpo a quel dogma che lo stesso ideatore aveva propugnato plasmando la sua creatura: un’associazione di ’noi’ in risposta a una folta schiera di ego a destra e sinistra. Peccato che dall’enunciazione non sono seguiti i fatti. Perché restiamo convinti che in politica i partiti personali, le liste con il nome del leader, i candidati insigniti come cavalieri dai prefetti, abbiano vita breve. Possono vincere, ma solo per una volta.