È il manager di banca che già alcuni anni fa subì aspre critiche per aver detto, parlando di dimensionamento del sistema del credito, "il piccolo non è più bello". Dunque alla domanda posta da Riccardo, studente dei Licei Poliziani, sulla scalata di Monte dei Paschi di Siena a Mediobanca, Luca Severini, già Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Firenze e poi Direttore Regionale di Intesa-Sanpaolo, non ha esitazioni: "Da senese vedo molto bene l’operazione, in questa economia servono banche grandi, il Monte dei Paschi entrerebbe nel mondo degli affari che conta, delle grandi operazioni, e tornerebbe al posto che gli compete nell’assetto nazionale".
Nato a Sinalunga, trentotto anni di carriera, da impiegato a DG (unico caso nella cassa fiorentina); poi, dopo l’acquisizione da parte di Intesa, top manager anche nel primo gruppo italiano, Luca Severini è tornato nella ‘sua’ scuola, per parlare di educazione finanziaria ai ragazzi delle quinte. "Eravamo compagni di classe – lo ha introdotto il dirigente scolastico Marco Mosconi –, lui studiava molto, noi molto meno"; "ero un secchione – ha ammesso simpaticamente l’ospite – ero il primo della classe".
Oltre due ore intense di dialogo, sottoposto ad un autentico fuoco di fila di domande, alcune delle quali sorprendenti per profondità e competenza, alle quali non si è sottratto, scegliendo un linguaggio semplice ma rigoroso, che ha catturato la platea.
"Il 37% degli italiani – ha detto Severini – ha una buona competenza finanziaria, ma i francesi e i tedeschi sono al 52%, bisognerebbe portare questo insegnamento nei licei". E ai ragazzi, bombardati di messaggi sui social che promettono guadagni facili e veloci, ha raccomandato: "Il fai-da-te è altamente rischioso, soprattutto in momenti di incertezza e volatilità, rivolgetevi ad una banca, in fondo a ogni operazione c’è sempre una persona".
Come detto, l’attualità della mossa del Monte dei Paschi di Siena che ha lanciato un’offerta sulla totalità delle azioni di Mediobanca, è comunque entrata prepotentemente in scena: "Si è avviato un iter che auspico ma che vedo irto di difficoltà. Secondo me il mercato reagirà bene – osserva Severini – perché l’operazione consentirà di risolvere l’anomalia rappresentata dalla presenza residua dello Stato nella proprietà di Monte dei Paschi. E poi perché si creerebbe un gruppo ancor più solido, utile a tutto il sistema. L’operazione è molto ambiziosa ma il Monte si sarà già sicuramente garantito i supporti necessari". "E comunque il nocciolo – conclude il manager – sta nei ruoli di Caltagirone e Del Vecchio che incrementerebbero le proprie partecipazioni strategiche nei tre capitali con un’unica operazione".