Il Meeting dell’Amicizia al Rastrello. Quando l’atletica incantava Siena

Una foto una storia Dal 1961 al 1979 grandi protagonisti in pista e sulle pedane dello stadio comunale

Il Meeting dell’Amicizia al Rastrello. Quando l’atletica incantava Siena

La foto di Augusto Mattioli immortala una tribuna centrale da tutto esaurito

Vivere un poco lusinghiero controsenso: oggi che il territorio senese ha diversi atleti che competono a livello nazionale e mondiale, non ha più una manifestazione di caratura che possa "svegliare" il pubblico e riavvicinarlo dal vivo alla nobiltà della corsa o del salto. Ed allora ci affidiamo, come spesso ci accade, al grande archivio di Augusto Mattioli che riporta alla luce un’immagine dal glorioso e mitico Meeting dell’Amicizia.

La grande atletica si ritrovava al Rastrello, lo ha fatto dal 1961 al 1979, per una manifestazione destinata alla capitale come "post olimpiadi" del 1960 e che i senesi seppero dirottare poi nella conca dello stadio. Passano i nomi in un solo immaginario palcoscenico: Berruti, Ottolina, Balas, Milburn, Williams, Fiasconaro, Mennea e tanti altri, fra record raggiunti e ritoccati. C’era da perdere la testa: il maratoneta, ad esempio, come non vederlo come un samurai senza spada, il centometrista ha invece come motto: "Se hai paura di perdere non oserai mai vincere!".

Le motivazioni per correre sono tante, ci metto sempre la gloria, ma anche quelle più effimere che ti mostrano la corsa come un mezzo per non far svanire nel nulla le proprie orme. Correre perché questo ci porta sempre dove uno vuole arrivare. Ad un traguardo e poi ad un altro ancora e così via, fino all’ultima corsa. Il Meeting dell’Amicizia, e ci piace ricordare tutti quei personaggi che facevano grande l’Uisp Atletica di Siena, era cosa di tutti, sport di popolo ma non popolare. Ed era un modo per tenere viva la fiamma dell’ebbrezza, del non ragione del tempo: su queste immagini un po’ scolorite terremmo come colonna sonora quei fiati dei sospirosi sintetizzatori di Vangelis per ’Momenti di gloria’, quell’incedere musicale che ti fa subito capire che siamo vicini a qualcosa di inimmaginabile, di nuovo.

Perché l’atletica è come la vita: il trionfo dell’improbabile, il miracolo dell’imprevisto. E ci ricordiamo quel Rastrello puntellato di pini e boschetti, di scarpate piene di persone in notturni ricchi di flash e di assoluta bellezza. Fino al fatidico 7 luglio 1979. Ed oggi ne avremmo da raccontare di nuovi eroi: qui non vale la regola dei comuni mortali sul concetto di fatica. Gli atleti lo sanno che l’unica regola da seguire è abbandonarsi ad una corsa sfrenata sul cammino della follia.

Massimo Biliorsi