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Il miracolo di Tommaso. L’intervento salvavita subito dopo il parto per una malformazione

Il policlinico Le Scotte e l’Ospedale di Monasterio fanno squadra. Il piccolo Tommaso è affetto da ernia diaframmatica congenita:. l’operazione in Ecmo, macchinario che sostituisce cuore e polmoni.

Il miracolo di Tommaso. L’intervento salvavita subito dopo il parto per una malformazione

Un macchinario dal nome difficile, un bambino appena nato e la sanità Toscana che fa squadra. Il macchinario si chiama Ecmo (Extra corporeal membrane oxygenation), il bambino è Tommaso e i dottori che gli hanno salvato la vita sono quelli dell’ospedale del Cuore di Monasterio, a Massa, e delle Scotte di Siena.

Sono i medici senesi a scoprire, quando è ancora nel pancione della mamma, che la parte sinistra del diaframma, che separa l’addome dal torace, non si è sviluppata. Intestino, milza e stomaco risalgono nel torace impedendo al polmone sinistro di svilupparsi. A diagnosticare la patologia, definita ernia diaframmatica congenita, è la dottoressa Caterina Bocchi, ginecologa della Diagnosi prenatale e ostetricia, già in fase prenatale.

Il bimbo dovrà essere operato dopo la nascita per separare addome e torace e ricollocare gli organi in sede. Il piccolo, a 37 settimane e 6 giorni, si affaccia alla vita, pesa 2,4 chili. Il parto viene programmato tra le équipe del Dipartimento della Donna e dei Bambini, diretto dal professor Mario Messina e con il contributo della Cardiologia, diretta dalla professoressa Serafina Valente con le cardiologhe Angela Malandrino e Silvia Maffei. Il 9 agosto Tommaso viene operato in Terapia Intensiva Neonatale dai professori Francesco Molinaro e Rossella Angotti della Chirurgia pediatrica. "Questo tipo di malformazione – spiega il professor Molinaro – ha un rischio di mortalità tra il 75 e l’80%. L’intervento è tecnicamente riuscito e il problema dell’ernia diaframmatica è stato risolto ma a causa dell’immaturità dei polmoni, è stato necessario attivare l’ECMO team, svolta nel trattamento di questo tipo di patologie".

Subito dopo l’intervento si mette in moto la rete. E’ l’alba dell’11 agosto quando suona il telefono del dottor Vitali Pak, direttore di Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale del Cuore. E’ la dottoressa Barbara Tomasini che dirige la Terapia Intensiva Neonatale delle Scotte: chiede ai colleghi di Monasterio di attivare l’Ecmo Team pediatrico, un gruppo di cardiochirurghi, anestesisti, infermieri e perfusionisti specializzati nella circolazione extracorporea nei neonati e bambini. L’Ecmo è un macchinario che sostituisce la funzione di cuore e polmoni, garantisce la circolazione assicurando che tutti gli organi siano irrorati.

L’Ospedale del Cuore è il centro di riferimento regionale per l’Ecmo pediatrico. Il team parte immediatamente. Sull’ambulanza, alla volta di Siena, ci sono Vitali Pak, il cardiochirurgo Leonardo Torracchi, l’anestesista Cornel Marusceac, la perfusionista Alessia Prosperi, l’infermiere Filippo Battaglia e l’infermiera di sala Simona Bozzo. Impiantare l’Ecmo in un neonato, collocando cannule in arterie e vene con un diametro di pochi millimetri, è complicato. L’Ecmo viene impiantato: è come se a pompare il sangue fosse il cuoricino di Tommaso che invece è a ’riposo’ come i polmoni. Il neonato viene portato a Massa. Per 11 giorni è la macchina a garantire respirazione e circolazione del sangue. Il polmoncino sinistro comincia lentamente a rafforzarsi. Il 22 agosto i medici dell’Ospedale del Cuore decidono che è il momento di far ’lavorare’ cuore e polmoni di Tommaso: il bambino viene staccato dalla macchina che gli ha salvato la vita.

Tommaso ce la fa: è intubato, ancora in Terapia Intensiva, ma respira. E finalmente mamma e papà lo abbracciano per la prima volta. In terapia intensiva Tommaso resta fino al 6 settembre quando viene trasferito in reparto e vi rimane fino al 30 settembre, quando torna a casa.

p.t.