Il Monte tra mercato e idee di fusioni: "Il Governo non ha fretta di vendere"

Per il sottosegretario all’Economia Freni "c’è tempo per pensare di cedere azioni"

Il Monte tra mercato e idee di fusioni: "Il Governo non ha fretta di vendere"

Il Monte tra mercato e idee di fusioni: "Il Governo non ha fretta di vendere"

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha nessuna fretta di mettere sul mercato un altro pacchetto di azioni di Banca Mps, dopo la cessione a due riprese del 37,5% del capitale, che ha fruttato al Tesoro oltre un miliardo e mezzo di euro. In pratica, la somma investita dallo Stato nell’aumento di capitale del 2022. "Io non ho fretta per niente. Perché dovrebbe esserci?" ha dettoi il sottosegretario all’Economia Federico Freni, a margine dell’incontro annuale della Consob. Quanto alla scadenza del lock up la settimana prossima, Freni ha risposto: "Ne parliamo settimana prossima".

Dopo i timidi spiragli di ieri, da Bologna allontanano le ipotesi di alleanza tra Bper e Monte dei Paschi. E’ sempre Carlo Cimbri, presidente di Unipol, che ha oltre il 19% del capitale di Bper, a smorzare gli entusiasmi dell’altro ieri. E sempre a a margine dell’incontro annuale della Consob a Milano con il mercato finanziario. "Il Monte non è nei piani di Modena e nemmeno di Unipol", replica secco Cimbri che però resta sibillino sul futuro: "Non ho la sfera di cristallo". Mentre si smarca con una battuta dal rispondere, se al di là dell’effettiva realizzabilità, l’operazione tra Siena e Modena gli piacerebbe: "I desideri sono privati", è la replica di Cimbri.

L’effetto è un prevedibile calo in Borsa: il titolo Mps cede l’1,77% e chiude a 4,539 euro. Quotazioni che non avranno certo effetto sulle strategie del Ministero dell’Economia riguardo alla cessione di ulteriori quote del capitale. Si va avanti seguendo lo stesso balletto di sempre: indiscrezioni, fughe in avanti e rapidi dietrofront dei potenziali protagonisti del risiko, con conseguenti altalene a Piazza Affari.

In attesa della finestra per cedere un altro pacchetto del 26,7% del Monte in mano al Mef e di superare l’allergia e la freddezza dei banchieri sulle fusioni e acquisizioni, spunta Barclays come secondo azionista di Rocca Salimbeni. E’ quanto è emerso dagli aggiornamenti della Consob sulle partecipazioni rilevanti. Barclays detiene, attraverso una serie di controllate, una partecipazione aggregata in strumenti finanziari pari al 5,072% del capitale di Mps. La quota è per 1,572% in diritti di voto riferibili ad azioni. Il restante in altre posizioni lunghe che per il 2,114% sono con regolamento fisico e per l’1,385% in contanti.