L’integrazione, quella vera, che nasce dal cuore e si concretizza, senza formalismi, intorno a un piatto di pici o a una succulenta porzione di pasta al forno, sotto le lucine dell’albero di Natale, creando un clima di affetto e fratellanza autentica.
È il 25 dicembre internazionale, interreligioso, multilinguistico, che la famiglia Lancia di Montepulciano ha trascorso con uno studente russo e due iraniani, invitati a casa propria per evitare che trascorressero da soli, lontani dai propri cari, i giorni di festa. E poco importa se Igor, 22 anni moscovita, di religione ortodossa, Arvin, 24 anni, proveniente da Mahabad, città sull’altopiano del Kurdistan, e il connazionale Kasra, 25 anni, di Mashhad, grande metropoli situata verso il confine con il Turkmenistan, entrambi musulmani, non festeggino il Natale come i cattolici. Il calore, l’apertura della porta della propria casa (fortemente simbolica, in queste ore di avvio del Giubileo), abbattono barriere e differenze e restituiscono sorrisi e fiducia.
‘Gancio’ di questa operazione è stato il giovane poliziano Andrea Lancia, al primo anno di sociologia a Cesena e compagno di appartamento dei tre ospiti, tutti in Italia da circa tre mesi per frequentare il master in informatica e ingegneria dell’Università di Bologna che ha ugualmente sede nella cittadina romagnola. L’intesa tra i quattro studenti è stata immediata, se n’è accorta Paola Rossi, mamma di Andrea, che dell’incontro è stata il motore: "Mai vorrei che qualcosa impedisse ad Andrea di trascorrere le feste lontano da noi - ha detto -, così, conosciuti i suoi tre coinquilini, avendo saputo che le loro prospettive di rientro a casa erano incerte e comunque distanti nel tempo, li ho invitati e ho avuto la gioia di veder accettato l’invito".
Per Igor, Arvin e Kasra sono stati tre giorni da favola, tra i pranzi e le cene delle feste (con, appunto, pici e lasagne in vetta al gradimento), il calore delle famiglie riunite e le visite a Montepulciano, Pienza, Bagno Vignoni e Bagni S.Filippo (con annessa immersione nelle acque termali), fino ad una sorta di ‘pellegrinaggio’ sul set del Gladiatore, in Val d’Orcia.
"Sono in costante contatto con la mia famiglia e i miei amici – racconta Arvin – condivido con loro ogni momento di questa incredibile esperienza, ho intitolato ‘Utopia’ l’album fotografico che sto realizzando". "Il Natale lo avevo visto solo nei film o letto nei libri – afferma Kasra – è vivendolo con una famiglia che se ne può comprendere la magia. Ogni angolo offre uno spunto di conoscenza, la Toscana è ricchissima di storia, aiuta a comprendere la cultura italiana". "L’invito di Andrea mi aveva sorpreso e confuso - rivela Igor - temevo di disturbare, il Natale è una festa intima, e invece siamo stati accolti con grande affetto". "Sentiamo Andrea come un fratello - dicono i tre ospiti -, che ha fatto per noi questa cosa eccezionale".
Immancabilmente le espressioni si rabbuiano quando si parla della situazione dei rispettivi Paesi, punti critici sullo scacchiere mondiale. Lo status di studenti universitari li esonera, al momento, dal servizio militare o dalla chiamata alle armi, ma per Igor e Kasra (non per Arvin, che ha versato una cauzione allo Stato, che gli consente di muoversi) rimettere piede in patria vorrebbe dire indossare la divisa.