PINO DI BLASIO
Cronaca

"Il Palio ha bisogno di protezione Siamo pronti per evitare attentati"

Il questore Milone e il dispiegamento di forze nei giorni della Festa. "E’ una vetrina mondiale, 20mila persone strette in una Piazza. Mi sono arrabbiato per i fronteggiamenti sotto la pioggia, non era il momento".

"Il Palio ha bisogno di protezione Siamo pronti per evitare attentati"

di Pino Di Blasio

Questore Pietro Milone, lei ha parlato di uno sforzo enorme per garantire la sicurezza nei giorni del Palio. Si riferiva al numero degli agenti di rinforzo o anche a qualcos’altro?

"La vera impresa è la logistica, trovare alle centinaia di persone di rinforzo, un posto dove mangiare e dormire".

Anche ad agosto c’erano 450 uomini delle forze dell’ordine in Piazza del Campo e negli altri luoghi sensibili?

"Il numero è sempre lo stesso, vale per il giorno del Palio. Il giorno prima qualcuno in meno, dal 12 al 14 agosto si viaggia attorno alle 120 persone al giorno. Non sono numeri piccoli".

Il Palio di Siena ha ancora bisogno di questo dispiegamento per la sicurezza?

"Secondo me, sì. E’ una vetrina internazionale, 20mila persone strette in una Piazza nota in tutto il mondo, il nostro sforzo è concentrato per evitare problemi di livello superiore".

Lo interpreta come un messaggio all’esterno, tenetevi lontani da Piazza del Campo?

"Non è un messaggio, sono misure efficaci di prevenzione per scongiurare qualsiasi rischio di attentati terroristici. Dobbiamo essere pronti, devi prepararti come si fa ogni domenica in Piazza San Pietro e durante tutti gli eventi che richiamano migliaia di persone concentrate in posti ridotti. Ci prepariamo per evitare brutte sorprese".

Per il Palio varrà ancora la forza della prevenzione e della dissuasione?

"Certo. Non sai mai da quale parte potrà arrivare la minaccia terroristica o violenta. Devi prepararti a tutto, con le unità cinofile, gli artificieri, i reparti speciali. Quando ero questore a Imperia, la stessa attenzione la dedicavo al Festival di Sanremo".

Sul fronte interno, ci sono problemi che lei rileva in città e con le Contrade?

"Stiamo attenti a che nessuno si faccia male. Mi sono arrabbiato per i fronteggiamenti del 14 agosto, perché a mio avviso ci sono stati nel momento sbagliato. Noi stavamo aiutando le persone a uscire dalla Piazza sotto il diluvio. C’era chi scivolava, chi chiedeva aiuto per le cantine allagate, chi ci passava i bambini. Scegliere quel momento per fronteggiarsi non mi è sembrato opportuno".

Si è arrabbiato anche perché avrebbero toccato le divise, a suo dire...

"Gli uomini della Finanza che si erano frapposti tra Chiocciola e Tartuca che si fronteggiavano in Piazza sono stati un po’ maltrattati. Non bisogna esagerare. Fintanto che il reato di rissa rimane procedibile d’ufficio, noi abbiamo il dovere non solo di intervenire ma anche di evitare conseguenze ulteriori. Si cerca di prevenire, accettando anche quello che è accaduto di notte tra Aquila e Pantera".

Cosa vuole dire?

"Le due Contrade si sono fronteggiate alle 3 di notte, ma quando è arrivata una Volante, tutto è tornato tranquillo".

Non le sembra che sia meglio programmare una presenza meno invasiva e visibile delle forze dell’ordine?

"So a cosa si riferisce. La mia risposta della camionetta della Celere a Pian dei Mantellini e a Piazza Postierla era legata ai fronteggiamenti. Se tu li fai sotto la pioggia, il 14 agosto in Piazza, mi sembra che non sia stato capito il momento".

Dissuasione allo stato puro. La prossima emergenza?

"Non ne vedo all’orizzonte. A meno che non ci sia un’altra laurea honoris causa contestata".

Oltre ai due Palii è stata la laurea a Anthony Fauci il momento critico dell’estate?

"Quella giornata ci ha impegnato tanto. Se succedeva qualcosa a Fauci, anche un lancio di uova o di palloncini, non avremmo fatto una bella figura mondiale"

Il bilancio è positivo?

"Senza dubbio. Con il sindaco c’è stata unità di intenti e anche i suoi richiami sono stati giusti. Con le Contrade abbiamo ritrovato sintonia, episodio a parte"