Mentre a Roma il ministro Giorgetti e il presidente di Farmindustria Scaccabarozzi studiano la mappa dei siti che potrebbero produrre dosi di vaccino antiCovid in Italia, a Siena le pressioni sul polo Gsk di Rosia si scontrano contro le difficoltà oggettive di riconversione del bioreattore dedicato alla produzione del vaccino antimeningite e i tempi lunghi per arrivare a sfornare dosi di un vaccino a Rna messaggero. Diverso il discorso sull’infialamento e il confezionamento, ma sono diversi in Italia i siti che possono occuparsi di questa fase dei vaccini e pensare alla distribuzione.
In attesa del lotto 23 (ma anche per quello ci vorrranno molti mesi), prende corpo l’ipotesi di usare, in qualche modo, lo stabilimento VaxYnetich a Rapolano Terme. Da un po’ di tempo non se ne sente più parlare, era nato dalla joint venture tra Menarini New Tech (nella foto Lucia Aleotti) e la BioSynth di Rapolano, con Massimo Porro che ricopriva un ruolo chiave.
Ora però le cose sono cambiate: lo stabilimento per la produzione di vaccini innovativi a Rapolano è tutto nelle mani di Menarini. E Fabrizio Landi, presidente di Tls e nel cda della multinazionale fiorentina, sta ragionando su come fare entrare Rapolano nel risiko del vaccino anti Covid made in Italy.