
Il prefetto "Non mi aspetto qualcosa Voglio capire cosa fare per Siena"
di Pino Di Blasio
"Non mi aspetto qualcosa da Siena, voglio capire cosa posso fare per Siena". Il senso del primo incontro con il nuovo prefetto Matilde Pirrera sta tutto in questa frase. Ai giornalisti, raccontando la sua carriera da rappresentante del Governo, ha enfatizzato la disponibilità e la massima apertura del suo ufficio. Inteso sia in senso fisico che sostanziale.
"La prefettura sarà sempre aperta, raccoglierò qualsiasi sollecitazione venga dal territorio. E sarò contenta - afferma il prefetto - di collaborare anche con le Contrade, un veicolo di incontro sociale nel territorio per un’alleanza efficace". Per Matilde Pirrera parlano le tappe della sua carriera. A cominciare dalla gestione dei 6.500 minori non accompagnati, l’emergenza quando era in prefettura ad Agrigento. "Non è stato affatto semplice, era indispensabile usare molta empatia nel trovare soluzioni per quei minori. Per quanto riguarda il dossier migranti in questa provincia - rivela Matilde Pirrera - penso che una priorità sia quella di creare una struttura di accoglienza per minori non accompagnati. Un Cas emergenziale, che sarà sempre sotto la supervisione del Tribunale dei minori, per provare a dare risposte e trovare una collocazione ai tanti minori che arrivano anche a Siena. Lavoreremo anche per ridurre i tempi per il rilascio dei permessi di soggiorno. A Enna la realtà era più complessa, ma accoglievamo 400 migranti anche se eravamo lontani dal mare. In provincia di Siena siamo vicini ai mille, ma con diverse strutture già pronte per l’accoglienza".
Migranti e beni confiscati alle mafie sono stati i primi argomenti del nuovo prefetto.
"Il 22 marzo - continua - ci sarà a Firenze un tavolo con tutti i prefetti della Toscana per l’estensione del protocollo firmato anche dall’Ance, per fare formazione ai migranti ospitati nei Cas. La prossima settimana incontrerò tutti i sindaci della provincia e raccoglierò le istanze dei Comuni. Proprio perché voglio capire cosa si può fare per questo territorio. L’esperienza alla guida dell’Agenzia dei beni confiscati, con il successo del passaggio della tenuta di Suvignano a Terre di Toscana, potrà fare da modello per altre restituzioni di beni sottratti alle mafie. Aspetto - è la conclusione di Matilde Pirrera - che mi diano l’elenco degli immobili confiscati in provincia. E poi cominceremo a lavorarci".