Il giornale si legge sempre di meno, perché le nuove generazioni preferiscono i canali online. Ma c’è la positiva pagina di un racconto uscito dall’unica edicola ’La Tuscia’ ormai rimasta nel centro storico di San Gimignano, a porta San Matteo.
Qui il popolare giornalaio-postino, Dino Mari, ha deciso di garantire in tutti i modi il servizio ai lettori, arrivano fino a domicilio, alla porta di casa, per consegnare i giornali.
Prima fa visita ai tradizionali clienti i baristi del centro storico e strada facendo suona il campanello ad alcuni amici e affezionati clienti anziani, che abitano dalla parte opposta del paese e che, dopo il Covid, non vogliono rinunciare alla lettura del quotidiano.
Diciamo subito che delle cinque edicole un tempo presenti dentro e fuori le mura, sono ancora in attività, purtroppo, solo due: ’La Tuscia’ appunto di Dino Mari con il figlio Filippo e ’Idea Libro’ di Silvia Ciompi e del marito Stefano, situata dentro la Coop in Baccanella. Dunque il volontario pensionato ferroviere, ovvero il postino-giornalaio Dino Mari, è un ’ragazzo’ del ‘44, 80 anni portati bene, anzi benone. ’Dicche’, come lo hanno soprannominato gli amici, ogni mattina da 22 anni apre l’edicola-cartoleria e, con l’aiuto del figlio Filippo e mamma Giulietta, per mandare avanti la baracca si trasforma in corriere espresso per i lettori de ’La Nazione’. Impegno da applausi.
"Lo faccio volentieri per passione e per aiutare mio figlio a continuare il lavoro in quella cultura della lettura del giornale ancora fresco (o caldo) del profumo di stampa accontentando anche agli amici-clienti. Oramai vado a memoria – racconta soddisfatto Dino –: dopo la selezione del pacco prendo le copie e comincio il solito giro in sella allo scooter da porta San Matteo a porta San Giovanni. Visto che sono in strada – precisa ’Dicche’ – porto la copia ogni mattina ad alcuni amici e clienti, fino all’uscio di casa di pensionati come me, che abitano dalla parte opposta di San Gimignano e ai baristi del centro".
Bastano due sono scampanellate per riconoscere il giornalaio-postino: "Ecco il giornale", il suo annuncio. Poi riparte in velocità. Lanciando sul pavimento dell’entrone dei palazzi una copia de ’La Nazione’. E’ un modo per conservare "l’abitudine alla lenta lettura del giornale rispetto alle copie del passato con la dura lotta all’informatica digitale che avanza a grande velocità", spiega. Il giornalaio-postino delle torri resiste in tutti i modi. E i risultati si vedono: una cinquantina le copie vendute ogni giorno e la domenica quasi il doppio.
Romano Francardelli