DIEGO MANCUSO
Cronaca

Il restauro del crocifisso. Sant’Egidio, rimossa ieri l’antica scultura lignea

A Gracciano sono iniziate le operazioni per l’intervento di recupero. Don Mariani: "Si concluderà entro il 2025, torneremo in processione".

Il restauro del crocifisso. Sant’Egidio, rimossa ieri l’antica scultura lignea

A Gracciano sono iniziate le operazioni per l’intervento di recupero. Don Mariani: "Si concluderà entro il 2025, torneremo in processione".

È iniziato con la delicata operazione di rimozione dalla nicchia in cui si trovava da oltre due secoli il ‘viaggio’ che, attraverso un profondo, radicale intervento di restauro, riporterà alle fattezze originarie il crocifisso custodito nella chiesa di S.Egidio, a Gracciano, frazione di Montepulciano. Un evento dal forte valore simbolico per l’attaccamento della piccola comunità a quella che viene considerata, a giusta ragione, anche una preziosa opera d’arte, dalla storia lunga e travagliata.

L’intervento, del costo previsto di 12mila euro, è stato affidato alla nota restauratrice poliziana Mary Lippi e si è reso possibile grazie ai contributi di Banca Tema e del Consorzio del Vino Nobile, a cui si sono aggiunte donazioni di privati; ma la ‘macchina della solidarietà’, si fa sapere dalla Parrocchia, è ancora in moto. Come ha potuto ricostruire il parroco don Azelio Mariani, consultando gli archivi, una scultura lignea di Cristo in croce era oggetto di venerazione a Gracciano già dal 1300. Prime notizie documentali su questa opera sono del 1583, per la visita pastorale di Mons. Angelo Peruzzi, Vescovo di Sarsina, inviato dalla Santa Sede, che ne annota la presenza nella chiesetta della Compagnia del Venerdì Santo, adiacente a quella parrocchiale. Sono proprio le vicende di questo edificio ‘minore’, rialzato troppo rispetto al principale, a determinare gli spostamenti del crocifisso che, finalmente, dopo la ristrutturazione del 1786 di S.Egidio, soprelevata di ‘tre braccia’ (circa 2 metri), entra nella parrocchia e poi prende posto sull’imponente altare maggiore.

La scultura, in legno, con le vesti del Cristo in tela e gesso e i capelli di crine, è, secondo gli esperti, opera di un artista raffinato ma finora non individuato. Come spiega la restauratrice, "più dello stato di conservazione pessimo, dovuto all’inevitabile trascorrere del tempo e magari anche ad urti, che si legge in una miriade di elementi di degrado, è stato un tentativo di restauro ottocentesco ad alterare grossolanamente la statua. La pesante ridipintura – precisa Lippi – ha alterato la cromia e la plasticità della figura; sarà un lavoro impegnativo, che occuperà diversi mesi ma che magari potrà consentire di studiare meglio l’opera e di riaprire le ricerche sull’autore".

"La scadenza è fissata per la seconda metà di giugno 2025 – aggiunge don Mariani – quando, come concordato con il vescovo Lojudice il crocifisso restaurato sarà portato in processione come avveniva ogni venticinque anni e come è stato fatto, l’ultima volta, nel 2007".