Il richiamo del priore alle tradizioni: "Stiamo attenti agli attacchi interni"

Ricevimento delle autorità in Vallerozzi. Il capitano Bruni: "Il Palio ha voluto lanciare una sfida alla Lupa" .

Il richiamo del priore alle tradizioni: "Stiamo attenti agli attacchi interni"

Ricevimento delle autorità in Vallerozzi. Il capitano Bruni: "Il Palio ha voluto lanciare una sfida alla Lupa" .

di Laura Valdesi

SIENA

"Un Palio fuori dagli schemi e un po’ vecchia maniera", così il priore Carlo Piperno definisce i tre giri vittoriosi sul tufo di Velluto e Benitos. Inconsueto – tutta colpa del maltempo, però – anche il ricevimento delle autorità che si è svolto al coperto. Senza mutarne la sostanza, però. "Confesso, non avrei pensato oggi di essere qui. Dirò di più: avrei firmato per lo 0 a 0 ma è andata in questo modo. Un Palio inaspettato", ammette Piperno. Salutando gli ospiti vira subito su un tema che gli sta a cuore. E, a dire la verità, riguarda tutti i colleghi e dirigenti di Contrada presenti: la tutela delle tradizioni. Non è una questione scontata, tantomeno abusata. Anzi, merita di essere riaffermata. A maggior ragione nel momento in cui anche nell’aula del Senato si approva il disegno di legge contenente le disposizioni in materia di manifestazioni di rievocazione storica delegando il governo ad adottare norme per la salvaguardia del patrimonio immateriale.

"Tradizioni fatte di leggi non scritte che devono essere rispettate ancora con maggiore rigore", aggiunge il priore Piperno stigmatizzando tra l’altro chi le interpreta per fini personali. E coglie l’occasione per porre sul tavolo un tema, da affrontare magari durante la stagione invernale: "Ormai quasi nessun bambino appartiene più alla Contrada in cui va ad abitare, non dico nasce perché ormai tutti vengono alla luce all’ospedale. Una mancanza di rispetto per la Consorella". Assist che il sindaco Nicoletta Fabio raccoglie prima di consegnare le 40 monete d’argento. "Sottoscrivo ogni parola – dice infatti –, difendere le tradizioni significa tutelare le nostre radici. Ed è giustissimo recuperare la territorialità, un centro storico popolato dai senesi. Seppure non semplice, le radici si mettono dove si nasce. Scegliere di quale Contrada è il figlio in base alla logistica familiare è qualcosa che ci ’toglie’". Fabio rende omaggio alla Lupa e al suo "Palio sorprendente e un po’ fuori dagli schemi". Poco prima Piperno aveva invitato a considerare il Palio una Festa "nel senso che va vissuto con maggiore leggerezza, senza eccessiva acredine". Aggiunge "che la città si è sempre difesa da ogni attacco, uscendone vincente. Un grazie al Consorzio per la tutela del Palio". E invita: "E’ dagli attacchi interni che dobbiamo difenderci perché minano alle radici i nostri valori. Tutti noi dobbiamo fare fronte comune per preservare questi valori e tramandarli".

Parla di "sfida che il Palio ha voluto lanciare alla Lupa", il capitano Giulio Bruni. "Vinta grazie a Benitos, che ha dimostrato di essere quasi un veterano, e ad un grande uomo, Velluto". Spiega quindi che per lui "è stato un onore aver avuto la possibilità di confrontarmi con tutti e 16 gli altri capitani. Ci siamo sempre sentiti addosso la responsabilità di preservare la Festa". Chiude con il "grazie" al sindaco e al Comune per la perfetta organizzazione del Palio di agosto. Poi la consegna dei doni, anche al pittore del Drappellone Riccardo Guasco (un tagliacrate decorato con la testa di due cavalli degli inizi del XX secolo) e al mossiere Renato Bircolotti, al comandante della Municipale Alfredo Zanchi e al responsabile dell’Ufficio Palio Luigi De Rosa, al maestro di Campo Riccardo Frosini. Ipiù applauditi? I bambini delle ghiandine: Pietro Benvenuti del Bruco e Mattia Pianigiani della Lupa.