"Parlare di ’ritorno’ di malattie come morbillo e pertosse mette in risalto una problematica presente in Italia ed in altri Paesi dell’Europa. Ma non descrive in maniera corretta la realtà: morbillo e pertosse non sono mai scomparse; se ne è contenuto in maniera significativa l’impatto attraverso le vaccinazioni, ma per l’eliminazione è necessario il raggiungimento e il mantenimento di adeguate coperture vaccinali", inizia così il viaggio nelle vaccinazioni pediatriche con la dottoressa Chiara Cinughi de Pazzi, responsabile Asl Igiene pubblica Zona Senese.
Quale è il quadro attuale?
"Il morbillo in Europa è ancora endemico in alcuni Paesi tra i quali l’Italia. Dal 1 gennaio al 31 ottobre 2024 in Italia sono stati notificati 935 casi dei quali 53 in Toscana. Il morbillo è una malattia virale ad altissima contagiosità: il 90% delle persone suscettibili, se esposta ad un caso, contrae la malattia; la maggior parte delle persone sane guarisce entro 2-3 settimane, ma sono frequenti le complicanze, tra le quali otiti, diarrea, polmoniti, fino all’encefalite acuta o al decesso. I neonati e i soggetti immunodepressi sono maggiormente a rischio di complicanze. Il vaccino, sicuro ed efficace sia nella formulazione trivalente (morbillo-parotite- rosolia), che quadrivalente (morbillo-parotite-rosolia-varicella), protegge direttamente i vaccinati e indirettamente i neonati e gli immunodepressi gravi che non possono essere vaccinati. E’ il concetto dell’immunità di gregge, attraverso la riduzione della circolazione del virus, ottenuta da adeguate coperture vaccinali: per il morbillo 95% con 1 dose a 24 mesi di vita, con 2 dosi a 6 anni"
La pertosse?
"Anche la pertosse, provocata dal batterio Bordetella pertussis, ha altissima contagiosità, continua a circolare ed è molto grave se contratta nel primo anno di vita; la malattia è sottostimata negli adolescenti e nei giovani adulti a causa del quadro clinico atipico. Adulti e adolescenti, nei quali la malattia non viene spesso diagnosticata, rappresentano gli anelli non visibili della catena di trasmissione e se il batterio della Pertosse infetta bambini sotto l’anno di età, in particolare sotto i 6 mesi, può provocare complicanze gravissime come polmonite, fino al decesso. Per i nuovi nati il calendario vaccinale prevede l’obbligatorietà della vaccinazione, nell’esavalente, somministrata dal III mese di vita: ma per ridurre il rischio di Pertosse nei neonati è fondamentale vaccinare le gravide dalla 27esima alla 32esima settimana di gravidanza, cosicché gli anticorpi anti-pertosse sviluppati dalla madre proteggano passivamente il neonato nei primi mesi di vita. E poi vaccinare tutti i soggetti a contatto con neonati (strategia del cocoon o bozzolo). Poi importante è il richiamo (obbligatorio fino a 16 anni) con vaccino anti-difto-tetano-pertosse-polio agli adolescenti ed i richiami decennali agli adulti. L’immunità alla Pertosse non è permanente, né a seguito di vaccinazione né post malattia, ma si suppone diminuisca già dopo 4 anni"
E le altre malattie?
"La poliomielite è endemica attualmente solo in Afghanistan e Pakistan, la Regione europea è Polio-free dal 2002, ma nessun Paese è al sicuro fino a quando il virus non sarà eradicato a livello globale. È necessario quindi mantenere alti livelli di copertura vaccinale per interrompere la trasmissione in caso di importazione e per prevenire possibili epidemie. Per la poliomielite questo si è verificato nel 1992 in una comunità religiosa olandese, dove si è registrato un focolaio epidemico. Anche in Italia desta preoccupazione il recente trend in diminuzione delle coperture vaccinali. La difterite continua ad essere presente in molte parti del mondo. Riflessione a parte per il tetano, non trasmissibile da persona a persona: l’individuo non beneficia dell’immunità di gregge ma si protegge solo vaccinandosi: ricordiamo che anche ferite banali possono essere all’origine di questa gravissima malattia".
Paola Tomassoni