PINO DI BLASIO
Cronaca

Il sasso nello stagno Biotecnopolo. Scienza e politica divise su Rappuoli

Crisanti, Pregliasco e il governatore Giani con il direttore scientifico. Bassetti contesta la scelta di Siena

Il sasso nello stagno Biotecnopolo. Scienza e politica divise su Rappuoli

Un sasso lanciato nella palude. Che ha già cominciato a smuovere le acque, o almeno a disegnare cerchi concentrici. Rino Rappuoli ha interrotto la consegna del silenzio che si era dato in questi mesi. Ha assistito imperterrito al balletto di dichiarazioni dei ministri soci fondatori del Biotecnopolo, ha partecipato anche all’ultimo consiglio d’amministrazione presentando progetti e guardando i cinque consiglieri che si distribuivano le deleghe non potendo fare altro. Ma poi ha voluto far sapere al Governo che la sua pazienza è agli sgoccioli.

"Harvard mette le persone normali in condizioni di fare cose eccezionali. In Italia invece le persone eccezionali fanno fatica a fare perfino le cose normali. La nostra burocrazia - ha dichiarato Rappuoli nell’intervista a La Repubblica - è incredibilmente più complessa e si somma al problema dei governi che si avvicendano rapidamente. Quando riesci a convincere qualcuno della bontà della tua idea, tutto cambia e devi ricominciare da capo. Vale per la sinistra come per la destra".

Conclusione? "Spero che le parole del ministro Bernini si concretizzino. Il mio amore per Siena non basterebbe a trattenermi se un limbo che dura già da 18 mesi si dovesse prolungare". Un avviso ai governanti, una spinta a farli decidere, un annuncio sulla possibilità di mollare tutto e continuare le sue ricerche altrove. Il più allarmato dalle parole di Rino Rappuoli è stato il presidente della Toscana Eugenio Giani. Che ha parlato di ’grido di dolore da raccogliere’. "Dobbiamo dare l’opportunità a

Rappuoli di restare qui con un ruolo di responsabilità e di giusta importanza. Voglio parlare con lui e ragionare sul fatto che se il Governo non dà gambe al Biotecnopolo, Rappuoli potrebbe avere un ruolo importante con Toscana Life Sciences e che possa sviluppare un’attività di primo piano".

Il Governatore Giani non si spaventa quando gli citano gli stanziamenti previsti per Fondazione Biotecnopolo e Centro antipandemico: 16 milioni all’anno per la prima, 340 milioni per il secondo. Con 140 milioni congelati da troppo tempo in un conto corrente in Bankitalia.

Il mondo degli scienziati è uguale alla politica e allo sport, è diviso in squadre, diventate celebri ai tempi del Covid. Così, al fianco di Rappuoli, si schierano subito Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica: "L’addio di Rino Rappuoli sarebbe una perdiuta per il Paese, visto che aveva deciso di dedicarsi a tempo pieno all’Italia e al Centro pandemico di Siena. Far fallire il progetto sarebbe un grande errore".

"Il Centro antipandemico a Siena è un’ottima possibilità di prevenzione e risposta alle pandemie. Purtroppo, noi tutti che lavoriamo nel pubblico ne siamo consapevoli vittime" ha affermato Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano. Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università Statale di Milano, striglia il Governo: "Un’opera come il Biotecnopolo di Siena, lasciata a metà, sarebbe davvero una cattedrale non finita, un’altra occasione persa da parte dell’Italia". E anche il microbiologo e senatore Pd, Andrea Crisanti, scende in campo: "Provo simpatia per lo sfogo del professor Rino Rappuoli. E’ una persona piena di talento e in grado di mobilitare competenze, alla quale viene affidato un compito, e poi si ritrova disarmata. Se alla fine questi soldi non si utilizzano, li stiamo sprecando. Il centro è stato messo nelle mani di una persona estremamente competente. Una follia far sfumare questa opportunità".

Non sono tutti d’accordo. Matteo Bassetti, altro scienziato da copertina, è critico contro Siena e ha il merito di far capire qual è la vera partita. " Ho sempre avuto grande stima di Rappuoli nel campo dei vaccini. Ma sono meno d’accordo sull’arrogarsi di essere il centro italiano di riferimento per i batteri resistenti. Non credo sia giusto concentrare le risorse italiane contro le pandemie in un unico centro". Seguite il denaro, gente. E’ sempre la stessa storia.