REDAZIONE SIENA

Il Senato accademico: "Lezioni in presenza"

Definite in Ateneo le linee-guida della ripresa dell’attività nel secondo semestre. Garantita la didattica a distanza

Il Senato accademico dell’Università di Siena, riunitosi martedì, ha definito le linee guida per la ripresa dell’attività didattica del secondo semestre. "Dal 1° marzo e per alcuni corsi già dal 22 febbraio, torniamo in presenza con tutte le lezioni, pur continuando a garantire la didattica a distanza", conferma il rettore Francesco Frati.

"In linea con l’attuale Dpcm - prosegue il rettore - possiamo tornare in presenza, indipendentemente dalla zona gialla o arancione: gli spostamenti per motivi di studio, così come per lavoro, sono consentiti. Dunque, continueremo a registrare e mandare in diretta streaming le lezioni, per chi non potesse venire a Siena, ma è doveroso tornare a garantire, a chi vuole seguire in presenza, di poterlo fare. Nella consapevolezza che l’impegno organizzativo a noi richiesto è considerevole: nella programmazione dei corsi dobbiamo tener conto della disponibilità e indisponibilità di alcune aule e dobbiamo prevedere quanti studenti saranno presenti. Del resto, la macchina è collaudata e siamo pronti a farla andare avanti".

Il Senato ha poi approvato l’estensione dell’orario di apertura delle sale lettura: la Sala Rosa resterà aperta sia il sabato che la domenica e la sala del plesso di San Francesco per tutta la giornata del sabato. Con l’intento di far tornare a vivere gli spazi universitari.

"Voglio sottolineare inoltre - prosegue il rettore Frati - che tutti gli studenti di medicina, dal terzo anno in su e gli specializzandi sono stati inseriti nelle vaccinazioni in corso alle Scotte, con il vaccino Pfizer. Poi apprezzo particolarmente l’iniziativa della Regione che ha dedicato la fornitura di vaccino AstraZeneca al personale scolastico, docente e no, compreso quello delle Università. So che tanti nostri dipendenti si sono già prenotati. Per il momento questa vaccinazione riguarda personale under 55 anni, dunque non tutti: nel nostro ateneo ci sono circa 1.300 aventi diritto, fra personale tecnico-amministrativo e docente".

Paola Tomassoni