Onestamente ci meritiamo pomeriggi come quello di ieri al Franchi? Perché se qualche provocatore risponde sì magari lo mandiamo a quel paese e pensiamo ad altro, ma la logica è no. Assolutamente no. Il Siena può perdere le partite ma non può e non deve mai perdere la faccia. Invece deve ancora arrivare il giro di boa del campionato e si allunga la collezione di figuracce. Terranuova Traiana, Fulgens Foligno, Trestina e addirittura Fezzanese. Quattro sconfitte in poco più di un mese contro avversari non certo blasonati e di scarsa qualità. La Robur è bravissima a dimostrare che al peggio non c’è mai fine. Perdere con il Trestina al Franchi è difficile da accettare, perdere anche con il fanalino di coda Fezzanese, fino a ieri otto punti in classifica è uno schiaffo in pieno viso a chi quei colori ce l’ha nel cuore. Non si può.
Tiriamo in ballo pure i soliti alibi, come quello delle tante occasioni fallite. Per me non è un alibi ma un’aggravante. Lo dico da inizio campionato, da quando ci bastava il ‘golletto’ per fare festa, questa squadra ha pochissime reti nelle sue corde. Se non ci pensa Galligani è un problema, gli altri attaccanti vedono raramente la porta e anche i centrocampisti fanno fatica sotto questo aspetto. Ma quando davanti ha una Fezzanese che fa fatica a mettere insieme due passaggi di fila, che calcia il pallone spesso e volentieri lontano infischiandosene della costruzione dal basso, devi trovare il modo di metterla dentro. Perché poi il fanalino di coda, prende coraggio, capisce che anche tu fondamentalmente tendi allo scarso e sfrutta magari un episodio fortunato per prendersi la soddisfazione di sbancare il Franchi, proprio come il Trestina qualche settimana prima. Così non si va da nessuna parte e visto che il primo posto è ormai ben più lontano della zona play-out sarà bene stare attenti e soprattutto non mollare di un centimetro. Ostiamare e Grosseto sono le prossime due tappe e con quello che abbiamo visto ieri c’è poco da stare allegri e magari cominciare a preoccuparsi.
In giornate brutte come quella di ieri sarebbe bello sentire la voce della società. Va bene il calcio-turismo, vanno bene i sorrisi in tribuna degli azionisti svedesi quando ci hanno fatto visita, va bene tutto ma mi permetto di far notare che ci sarebbe un campionato da onorare e a questo punto anche una stagione da salvare. Potenziare la squadra, andare in ritiro, valutare la posizione dell’allenatore e di qualche giocatore con rendimento inferiore, se non molto inferiore, alle aspettative sono tutte strade che il mondo nel calcio percorre abitualmente. Invece qui la strategia sembra quella di fare finta di niente, andare comunque avanti aspettando magari che la situazione migliori da sola, quasi per miracolo. Oggettivamente non funziona così ma la società è assente e chi va allo stadio (sempre di meno) può solo arrabbiarsi e ingoiare.