REDAZIONE SIENA

Il sogno svanito dei soldi facili. Ecco come funzionava il bluff

I tentacoli del sistema "2139": ci sono caduti in molti anche nel Senese. Le zone con il maggior numero di partecipanti erano quelle della Valdichiana.

Sulla vicenda sta indagando la polizia postale in Umbria a cui si sono rivolte molte vittime che hanno perso fior di soldi

Sulla vicenda sta indagando la polizia postale in Umbria a cui si sono rivolte molte vittime che hanno perso fior di soldi

di Sara Minciaroni

CHIUSI

È la zona di confine tra Toscana e Umbria l’epicentro da cui si è diffuso il “sistema“ della “2139 Exchange“, la piattaforma dietro cui si celava un sistema Ponzi e che pochi giorni fa è stata oscurata da Consob. Un fenomeno impossibile da quantificare, ma che conta decine di migliaia di partecipanti solo nella zona della Valdichiana aretina e senese e al Trasimeno. C’è chi – tra i ben informati – è pronto a scommettere che siano almeno 50mila i profili aperti nel territorio, che tradotto significa: una persona su cinque. "Tutti quelli che conosco prima o poi si sono iscritti, qui nella zona ci sono tutti gli “agenti“ più grossi, quelli che “sotto di loro“ avevano anche più di cento partecipanti. Funziona così più gente facevi entrare e più guadagnavi. C’è anche chi scaricava fino a 1200 euro a settimana. Chi si è fatto un gruzzolo anche da 8 o 9 mila euro. I primi che sono entrati hanno versato gli acconti per l’acquisto di appartamenti. Sapevano che era un sistema insostenibile e che per forza qualcuno prima o poi ci avrebbe rimesso, ma contava poco", è addirittura bancario della zona del Trasimeno a raccontare a La Nazione.

"Chi come me tentava di farli ragionare veniva bollato come guasta feste – continua – inutile dirgli che si trattava di un sistema illegale, che certamente qualcuno alla fine ci avrebbe lasciato dei soldi, che era solo un inganno e che quando incassavano stavano in realtà attingendo ai versamenti di chi entrava dopo di loro. Non era guadagno reale". Eppure, gli improvvisati broker hanno contagiato con la ‘febbre da sistema’ interi paesi: la mappa che abbiamo realizzato è il risultato delle ricerche su Google da parte degli utenti. Chi accedeva alla piattaforma lo faceva principalmente tramite il più noto motore di ricerca, ed ecco che siamo così riusciti a ricostruire il “focolaio“ di questa epidemia da gioco: l’Umbria è la prima regione in Italia, seguita dalla Puglia e dalla Toscana. Ma il flusso sembra partito dal confine con la Toscana: Città della Pieve e Castiglione del Lago e da noi Sarteano, Foiano della Chiana, Chiusi Scalo, Torrita di Siena, Montepulciano, Piazzano, Monte San Savino sono le località con maggiori affiliati. Iniziate a fioccare le prime denunce formali alla Polizia Postale e ad arrivare decine di telefonate ai loro uffici. L’inganno è finito, ora le vittime iniziano a parlare.