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Presentato ieri nella sala delle vittorie della Contrada il restauro possibile grazie anche alle risorse della Fondazione Monte dei Paschi .
Se è vero che la memoria è un diario che ciascuno porta con sé, ci immaginiamo quale valore possa avere, per il popolo del Valdimontone, il recupero di un’opera d’arte in una strada iconica del suo territorio. In via Roma risplende da oggi il quattrocentesco tabernacolo di San Galgano: il compiacimento è d’obbligo, come il sentito ringraziamento all’opera mecenate della Fondazione Mps, attraverso il bando Let’s Art. "Un bel recupero che appartiene alla nostra Contrada – ha rilevato il priore Alberto Benocci – ma che in realtà vede protagonista l’intera città". E questo è il senso più vero di quando un oggetto, un’opera d’arte, un palazzo, ritorna ad essere quello che altri senesi vollero, allungando il senso della loro presenza con un’alta testimonianza. "Una sensibilità che non deve mai mancare": parole di Monica Barbafiera, vice presidente della Fondazione Mps e che segnano un legame che si traduce in continue azioni di finanziamento. Soprattutto di quello che possiamo definire il valore della memoria. Che in questa città ha il suo peso. Ci sono due figure fondamentali in questo restauro: Elena Batazzi, restauratrice e contradaiola, o viceversa come titoli, il che non cambia la sostanza, che ha raccontato le fasi "filmiche" di questo recupero conservativo, dalla pulizia al recupero della cornice, come se qualcuno tornasse a parlare dopo secoli. L’altra è Beatrice Pianigiani, che ha raccontato il cammino di un’opera di devozione, vero cammino, visto che si tratta di un tabernacolo che aveva una sua precedente collocazione e che da qui, racconta la sua storia che è fatta di arte e religione, ma soprattutto di donne e di uomini che, dai giorni di Giovanni di Stefano, questa l’attribuzione, hanno convissuto con la bellezza. "Un recupero del nostro territorio – ha accentuato Beatrice Pianigiani – che è un’altra piccola luce accesa". Si può fare storia e si può fare poesia. Ce lo possiamo permettere. Si torna quindi al 1477 per "un tabernacolo per riporvi la testa di San Galgano". Alziamo quindi gli occhi e lo sguardo e, grazie anche ad una adeguata illuminazione, ripensiamo all’antica chiesa di Santa Maria Maddalena, alla Madonna del Buonconsiglio, alla scolpita spada nella roccia, cara ai frati di San Galgano. Insomma: qui sosta in silenzio ma quando ti allontani parla.
Massimo Biliorsi