ALESSANDRO VANNETTI
Cronaca

Il talento di Campinoti. Pramac vince il MotoGp. Ma il cuore dell’azienda batte per Casole d’Elsa

Titolo mondiale per il colosso dell’industria fondato nel 1966. La storia di una famiglia che ha saputo espandersi in 180 Paesi. conservando storia, radici e tradizioni sul territorio della Valdelsa.

Il talento di Campinoti. Pramac vince il MotoGp. Ma il cuore dell’azienda batte per Casole d’Elsa

Titolo mondiale per il colosso dell’industria fondato nel 1966. La storia di una famiglia che ha saputo espandersi in 180 Paesi. conservando storia, radici e tradizioni sul territorio della Valdelsa.

Pramac è un colosso industriale di caratura mondiale, ma è anche – e forse soprattutto – una famiglia. A partire dal nome, che infatti è l’acronimo di Paolo, Riccardo, Alessandro, Mario e Adriana Campinoti: una famiglia, appunto, con un padre, (Mario, il fondatore dell’azienda), una madre e i loro tre figli che, a cavallo di bolidi da 300 chilometri all’ora, è salita in cima al mondo partendo da un piccola città di 4mila abitanti come Casole d’Elsa, arrampicata a 400 metri d’altitudine su una collina del senese.

Ma se a scatenare i cavalli delle sue moto ha iniziato da lì nel 2002, la famiglia Campinoti, orginaria di Colle Val d’Elsa dove in gran parte ancora risiede, ha cominciato a costruire la sua scuderia da un’altra parte e qualche decennio prima, quando l’azienda si trovava nella vicina Monteriggioni, e si chiamava ’L’Europea’, fabbricava macchinari per l’edilizia e il primogenito Paolo, oggi Ceo e il ‘Team Principal’ più cercato dal circo mediatico che ruota attorno alla MotoGp, era ancora uno studente.

Dopo la laurea in Economia e commercio, Paolo sedette sulla poltrona di amministratore delegato della società e fin dall’inizio fece capire di che pasta fosse fatto con la minaccia di una serrata, che non ci fu – perché in realtà non la voleva affatto – ma che diede il là a una normalizzazione dei rapporti sindacali diventati di lì a poco un’eccellenza, poi trasferita e ulteriormente migliorata in Pramac insieme a produzioni di tutt’altro genere che, ‘annusando l’aria’ e inseguendo sempre innovazione e internazionalizzazione, hanno portato la società a essere leader mondiale nel settore dei generatori elettrici e dell’immagazzinamento dell’energia, con sedi produttive, commerciali e di rappresentanza in 180 Paesi del mondo e centinaia di dipendenti.

Il ‘cuore’ dell’impero Pramac, però, è rimasto a Casole d’Elsa, perché per Paolo Campinoti il cuore non è solo il centro della complessa attività del grande gruppo industriale che dirige, MotoGp compresa, ma è anche, o forse soprattutto, il centro dei sentimenti. Si deve a quello se la ‘casa madre’ è ancora nell’area industriale ‘Il Piano’, nonostante le difficoltà logistiche che deve superare e se il cordone ombelicale che lega il ’Capo’ (così lo ha chiamato amichevolmente Jorge Martin domenica in diretta televisiva) al territorio è ancora pulsante.

E’ lo stesso cuore che, agli albori del XXI secolo, permise a Pramac di superare praticamente indenne la grave crisi del gruppo seguita al crollo di una controllata svizzera. La società fu, addirittura messa in liquidazione, ma l’abilità imprenditoriale e il fiuto di Paolo Campinoti portarono rapidamente al rovesciamento della situazione: Pramac fu non solo salvata, ma rilanciata e fu dato allora il primo ‘colpo di acceleratore’ verso la conquista del mondo in motocicletta, senza lasciare Casole d’Elsa. Dove, c’è da scommetterci, il cuore di Campinoti continuerà a battere anche da campioni del mondo, come ha continuato a fare da presidente di Confindustra Toscana sud, da consigliere d’amministrazione di colossi industriali come ‘Wallbox Charges’, ‘Pr Industrial’ e ‘Riello’, da executive vicepresident per il Sudamerica di ‘Generac Power System’ e da Console onorario di Bahrein e di Romania.

Oggi Pramac è presente in 180 Paesi del mondo, con 16 sedi operative e 7 impianti produttivi in Europa, Asia e Sud America nei quali occupa oltre 1.100 dipendenti: un colosso internazionale che esporta le sue produzioni in 85 paesi stranieri e genera un fatturato annuo di oltre 500 milioni di euro, l’80 per cento del quale nello stabilimento di Casole d’Elsa.