REDAZIONE SIENA

Il ’tesoro’ dell’ateneo I fuorisede universitari sono un quarto dei cittadini residenti

Ai vertici in Italia per il rapporto fra studenti non senesi e popolazione

Il ’tesoro’ dell’ateneo I fuorisede universitari sono un quarto dei cittadini residenti

Il ’tesoro’ degli studenti universitari nella città-campus. Siena è quarta in Italia per numero di studenti universitari fuori sede rispetto alla popolazione residente.

Il quotidiano economico Sole 24 Ore ha incrociato i dati del Ministero dell’Università con quelli Istat per censire il peso degli studenti fuori sede (extra provincia) sulla popolazione della città sede di università e dunque il contributo della popolazione studentesca all’economia della città di cui è momentaneamente ospite; contributo che si sostanzia soprattutto in termini di affitto e spesa presso le attività commerciali locali. Dal quadro generale esce un ’tesoro complessivo da circa 10 miliardi di euro l’anno’, che è il contributo di circa 800mila universitari (cui vanno aggiunti i pendolari) in oltre 40 città sede di ateneo: il dato di partenza è una spesa media da parte della famiglia dello studente di circa 10mila euro l’anno, che varia da una città all’altra e che spesso condiziona la scelta della città dove compiere gli studi.

Ebbene dal quadro del quotidiano economico risulta che l’Università degli Studi di Siena ha 12.187 studenti fuori sede, che sono pari al 22,5 per cento della popolazione residente, di circa 53mila abitanti: per questo rapporto la città è quarta in Italia, dietro a Pisa (36,4%), Pavia e Padova. Altro dato significativo è che i 12.187 fuorisede sono il 74 per cento del totale degli studenti iscritti all’ateneo senese (quasi 19mila).

"Questi numeri sono la conferma dell’apprezzamento per la nostra offerta didattica e anche dell’attrattività che esercitiamo fuori dal territorio, che caratterizza da sempre il nostro ateneo", commenta il rettore Roberto Di Pietra. "I nostri fuorisede provengono per lo più da fuori regione e non solo da Umbria e Lazio ma anche da molto più lontano – sottolinea il rettore –. Questi sono i numeri della città-campus: da una parte dunque la pesenza degli studenti è fonte di opportunità e di reddito, oltre che di ricchezza culturale; dall’altra parte, la città sede di università deve organizzarsi al meglio per predisporre l’accoglienza di chi trascorre qui l’esperienza di studio e magari deciderà anche di restare in città a fine percorso".

Paola Tomassoni