
Novità in arrivo per i collegamenti ferroviari senesi: si torna (anche se non del tutto) all’era pre-Covid. Restano gli atavici problemi delle tre linee verso Empoli, Chiusi, Grosseto, ma qui "serve un’azione pressante da parte dei territori per spingere la Regione a chiedere modifiche sostanziali", spiega Stefano Maggi. Docente di storia delle comunicazione e dei trasporti, tra i massimi esperti italiani del settore, segue con attenzione l’evolversi dei collegamenti.
È lui a sottolineare i cambiamenti in arrivo: "Da lunedì 15, sulla Siena-Empoli passiamo dalle 17 attuali a 30 partenze, sulla Siena-Chiusi da 7 a 10, torna il collegamento con Grosseto".
Tutto a posto compatibilmente con lo stato di salute dei nostri collegamenti?
"In realtà no. Bene che si torni a maggiori frequenze. Però ci sono alcune mancanze rilevanti: non c’è più il primo treno per Chiusi, delle 5.57, che consentiva di agganciare i collegamenti con Roma. E non c’è niente per la coincidenza con il Frecciarossa che ferma a Chiusi. Almeno per ora nemmeno il collegamento autobus, che pure è una soluzione a metà".
E sulle altre linee?
"L’unico collegamento ferroviario per Grosseto è delle 15.42, poco pratico per la stagione estiva. A volte basta guardare indietro per trovare le soluzioni: negli anni ’80 c’era la Freccia dell’Argentario, nel 1939 fu istituita la Littorina delle tre province, da Firenze al mare passando per Siena".
Ipotesi ancora percorribile?
"Non solo: pochi giorni fa il sindaco De Mossi ha riproposto un tema importante, quello dei collegamenti rapidi Siena-Firenze. Ma lo ripeterò fino alla noia: senza doppio binario, o c’è una ragione per rivoluzionare tutte le linee, oppure un treno rapido Siena-Firenze non ci può passare perché ci sono sempre quelli in senso opposto".
E allora che c’entra il collegamento per il mare?
"Il ripristino di una linea rapida Firenze-Siena-Orbetello potrebbe essere un motivo valido per intervenire sulle percorrenze: tre coppie di treni che collegano i due capoluoghi con il mare e viceversa. Sarebbe la chiave di volta per unirci anche a Firenze con una linea veloce".
Che possibilità ci sarebbero di ottenere questo risultato?
"Bisogna partire da un punto fermo: devono essere i territori a capire che i collegamenti ferroviari sono un loro patrimonio. Non bisogna aspettare che dall’alto piovano decisioni, ma battersi per ottenere miglioramenti della situazione. Altrimenti nessuno lo farà al posto nostro. Mi pare un buon motivo per unire le esigenze di più realtà".