
"Noi ci fidiamo del Signore". Poche parole ma molto significative. Di chi ha affidato la propria vita e ciecamente si fida: una questione di cuore e soprattutto di fede, cui ci si stringe nel momento più difficile. È la serenità e la certezza in una visione superiore propria di un ‘sorella’, una delle suore dell’istituto Sant’Anna di Siena, violato anche questo dal coronavirus.
Il Covid non guarda in faccia nessuno, grandi e piccoli, ricchi e poveri, sani e fragili: il virus è entrato anche nel pensionato per le suore anziane, a Fontebecci, dove trovano casa, a fine missione, le religiose della Congregazione delle Sorelle dei poveri di Santa Caterina da Siena. Ebbene, le anziane sorelle del pensionato sono oggi quasi tutte contagiate e chiuse in quarantena in quella che è la loro casa della vecchiaia. Una struttura ai margini della città, in un angolo appartato che solo questo virus poteva trovare: la villa che oggi ospita l’istituto Sant’Anna fu donata dalla contessa Anna Saraceni alla Beata Savina Petrilli – fondatrice dell’Ordine - in occasione di un suo compleanno e divenne quasi subito sede del Noviziato. Da molti anni poi la villa è divenuto Istituto Sant’Anna dove risiedono appunto le Sorelle anziane.
Buona parte dei nuovi casi positivi a Siena registrati nel bollettino Covid dell’Asl negli ultimi giorni sono relativi al focolaio scoppiato all’interno del la casa di riposo a Fontebecci: ai primi sintomi influenzali manifestatisi, l’intera comunità di Sant’Anna, dove sono al momento 27 suore, è stata sottoposta a tampone e dal primo screening sono risultate positive 12 sorelle; ma sembra che ce ne possano essere altre. La situazione è assai delicata e spiacevole: come nelle residenze sanitarie qui vivono persone fragili, anziane, che, dopo aver consumato una vita al servizio degli altri, della missione caritatevole, si ritrovano sole, con precarie condizioni di salute tipiche di quell’età.
Al momento le sorelle sono tutte all’interno dell’Istituto, positive e negative insieme, a condividere la quotidianità, come sempre. Sembra che stiano tutte bene o almeno per il momento l’Asl, che con le Usca segue a domicilio i positivi, non ha ritenuto necessario il ricovero in ospedale di alcuna sorella. Fatto sta che la struttura è rimasta priva di operatori sanitari interni alla residenza e di personale di assistenza: sono le suore stesse che si assistono fra loro. E che forse in questo momento avrebbero bisogno di un aiuto dall’esterno.
Da Fontebecci ai Cappuccini per un’altra vicenda simile. Anche i tre frati del Convento di Poggio al Vento hanno ‘condiviso’, insieme alla fede, l’esperienza del Covid. A metà novembre fra’ Renato e fra’ Mario, dopo il tampone positivo, sono stati ricoverati alle Scotte, dove fra’ Renato, il più anziano, è ancora oggi, pur in condizioni migliori rispetto a tre settimane fa. Fra’ Mario e fra’ Massimiliano (il terzo frate) sono nel frattempo guariti e Massimiliano, oggi diacono, la prossima settimana coronerà la sua promessa di fede: il 7 dicembre, nel giorno di Sant’Ambrogio, sarà ordinato sacerdote nel corso della funzione religiosa in Cattedrale celebrata da Sua Eminenza il Cardinale Augusto Paolo Lojudice. Un segno, evidentemente, della fede e anche un messaggio di buon auspicio per chi deve ancora affrontare la dura prova.
Paola Tomassoni