REDAZIONE SIENA

Imposta di soggiorno non pagata al Comune Risarcito per 40mila euro

L’amministrazione era parte civile nel processo per due operatori accusati di peculato. Ora è uscita di scena

Non hanno versato l’imposta di soggiorno al Comune di Siena, per questo due operatori sono finiti davanti al giudice, dove l’amministrazione si è costituita parte civile, chiedendo il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale. Ma è di ieri la decisione dell’esecutivo guidato dal sindaco Luigi De Mossi di revocare la costituzione di parte civile in quel processo. Il motivo? I due operatori, che sono accusati di peculato, hanno manifestato tramite il proprio legale la volontà di provvedere al versamento in favore del Comune di una somma complessiva pari a 40mila euro a titolo di risarcimento danni con garanzia di un soggetto terzo all’integrale pagamento di quanto dovuto.

Di qui la conseguente decisione di Palazzo pubblico di uscire di scena nella causa legale che lo vedeva parte civile. Il processo comunque continuerà in quanto il mancato versamento della tassa di soggiorno si configura come un reato di natura penale. In passato non sono mancati i processi per chi non ha versato questi importi, anche se la recentissima sentenza della Cassazione n. 30277 del 30 ottobre, afferma che non è più configurabile il reato di peculato per chi omette di versare le somme riscosse a titolo di tassa di soggiorno, ferma restando la rilevanza penale delle condotte antecedenti all’articolo 180 del Decreto rilancio. Il Comune di Siena si è sempre battuto per censire le strutture ricettive in modo da combattere il ’sommerso’. Ora, grazie alla transazione legale, potrà incassare quanto spettava all’amministrazione.

C.B.