REDAZIONE SIENA

Imprenditore sfrutta la manodopera: "Turni di quindici ore, salari bassi"

Sotto la lente di Finanza e Nil un uomo che vive a Chianciano titolare di due imprese che gestiscono negozi di frutta

Ancora un’indagine congiunta fra carabinieri. dell’ispettorato del lavoro e la guardia di finanza per sollevare il velo sullo sfruttamento della manodopera

Ancora un’indagine congiunta fra carabinieri. dell’ispettorato del lavoro e la guardia di finanza per sollevare il velo sullo sfruttamento della manodopera

Titolare di due imprese individuali mediante le quali gestiva diversi negozi di vendita al dettaglio di frutta e verdura nella nostra provincia. Nel sud senese, per l’esattezza. Negozi bene avviati, dove la merce veniva esposta in modo da attirare l’occhio della clientela. Buoni prodotti, così come i prezzi. Ma per mandare avanti questa attività, ne è convinta la procura, sarebbe stata impiegata manodopera sfruttata a tutto tondo. Non solo sotto il profilo della retribuzione ma anche dell’orario di lavoro che poteva raggiungere le quindici ore al giorno. Approfittando della condizione di bisogno del personale che, hanno verificato gli investigatori, viveva anche in una situazione alloggiativa degradante. Elementi raccolti nel corso dell’indagine condotta congiuntamente dalla guardia di finanza e dai carabinieri del nucleo dell’ispettorato del lavoro di Siena sull’imprenditore ortofrutticolo che vive a Chianciano. Martedì scorso è stato eseguito proprio nella cittadina termale "un decreto dispositivo di controllo giudiziario d’impresa e un sequestro preventivo emesso dal tribunale" nei confronti dell’uomo indagato. L’accusa è di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro prevista dall’articolo 603 bis del codice penale.

Tutto inizia da un’attività di monitoraggio svolta dal febbraio 2024 in Valdichiana. Un anno fa, dunque. A muoversi per primi sono stati i carabinieri del nucleo dell’ispettorato del lavoro di Siena che stanno lavorando sodo per far emergere eventuali situazioni di sfruttamento o illegalità. L’incipit? Quello di verificare se vengono utilizzati operai e addetti in nero oppure non in regola nel settore del commercio al dettaglio ortofrutticolo nella Valdichiana senese. Sotto la lente finisce anche l’attività dell’uomo che abita a Chianciano. E il complesso puzzle delle verifiche comincia a dare i primi risultati. Scendono in campo, serve il loro aiuto, anche i militari delle stazioni di Chianciano, di Sarteano, di Chiusi e di Montepulciano. Si scava ed emerge "un quadro indiziario", così lo definisce la procura, nei confronti dell’imprenditore titolare di due imprese individuali che gli consentivano di gestire vari punti vendita al dettaglio di frutta e verdura.

Cosa viene contestato all’indagato? Di aver usato manodopera a condizioni di sfruttamento. Una decina di cittadini stranieri in tutto, tra i quali anche un under 18. Persone che avevano bisogno di un lavoro. Di conseguenza avrebbero ricevuto un salario inferiore a quello previsto dal contratto, pur effettuando turni che variavano dalle 12 alle 15 ore al giorno. Niente pausa e nessun riposo settimanale. Risulterebbero violate anche le regole in materia di sicurezza sui posti di lavoro, senza contare le condizioni di alloggio "degradanti", sostiene la procura.

Ci ha pensato poi la Finanza a mettere sotto la lente le imprese dell’uomo per gli accertamenti economico-patrimoniali. Individuati i beni che si potevano attribuire a lui, comprese "le disponibilità finanziarie, da sottoporre a misura ablativa privandolo così delle ricchezze illecitamente accumulate", si spiega in una nota. Ma era ingiusto mandare all’aria un’attività bene avviata. Così il pubblico ministero ha chiesto ed ottenuto dal giudice delle indagini preliminari il controllo giudiziario delle imprese individuali e degli esercizi commerciali ad esse collegati. Vuol dire che i punti vendita restano regolarmente aperti, nominato però un amministratore giudiziario poiché l’interruzione dell’attività poteva comportare ripercussioni negative sui livelli occupazionali o compromettere il valore economico del complesso aziendale. Quanto al sequestro preventivo finalizzato alla confisca obbligatoria diretta e/o per equivalente del profitto del presunto reato è stato quantificato in 55.875 euro.

Laura Valdesi