GIOVANNI PELLICCI
Cronaca

In cantina crescono le giacenze Vino, frenata sui mercati esteri

Il punto alla vigilia della vendemmia. Frescobaldi: "Abbassare i prezzi rischia di essere un boomerang"

In cantina crescono le giacenze Vino, frenata sui mercati esteri

di Giovanni Pellicci

Alla vigilia della vendemmia le cantine sono fin troppo piene di vino. Non è un dato positivo: l’esubero produttivo accumulato negli ultimi anni e un rallentamento delle vendite, specialmente in mercati chiave come gli Stati Uniti, crea preoccupazione al settore vitivinicolo nazionale. In sostanza l’osservatorio di Unione italiana vini e Vinitaly mostra un record che non volevamo avere: arriviamo alla vendemmia 2023 con una giacenza in cantina di 45,5 milioni di ettolitri (dati aggiornati al 31 luglio 2023, fonte Masaf), pari ad oltre 6 miliardi di bottiglie da 0,75litri. Rispetto al luglio 2022 si tratta del 4,5% in più.

Il motivo dell’aumento degli stock si deve alla frenata generale degli acquisti dai principali mercati esteri: ad oggi il dato delle esportazioni registrato nel primo semestre del 2023 è positivo solo per la Russia (+54%); cali in doppia cifra si registrano in quantità per Stati Uniti (-11%), Canada (-20%), Giappone (-16%), Norvegia (-11%) e Cina (-30%).

Se la media nazionale è del 10% di vino in più in cantina, la Toscana è una delle regioni più virtuose: sono 5,1 milioni gli ettolitri in giacenza, ovvero il 3,8% in più del 2022 (quando erano 4,8 milioni). Nello specifico delle denominazioni della provincia di Siena il quadro è più incoraggiante. Di Brunello di Montalcino in cantina ce ne sono 400 mila ettolitri (+1,5% sull’anno scorso): ma qui sono comprese anche le annate in invecchiamento, non ancora in vendita. In aumento più marcato gli stock di Vernaccia di San Gimignano (34 mila ettolitri, il 6% in più del 2022) e Chianti Docg (oltre mille ettolitri, +7,7% rispetto all’anno scorso). Invariato o quasi il Nobile di Montepulciano (+0,7%). L’unica denominazione del territorio senese in positiva controtendenza è il Chianti Classico Docg che, a conferma di un ritrovato sprint sul mercato globale, segna un calo delle giacenze del 1,3%. Sono 744mila gli ettolitri ancora da piazzare sul mercato. Va peggio per i vini Igp toscani che hanno una giacenza in crescita di quasi il 5% rispetto al 2022, contro una media nazionale piuttosto stabile.

"Sulla prossima vendemmia, il cui calo è ancora tutto da verificare, peserà la fase congiunturale – osserva Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini –. In questo scenario abbassare i prezzi per mantenere quote di mercato, rischia di diventare un boomerang".

Intanto è prevista per il prossimo 12 settembre a Roma la presentazione da parte di Assoenologi, Ismea e Uiv delle previsioni vendemmiali 2023: capiremo i numeri ufficiali del raccolto di vino in Italia che, mai come quest’anno, nessuno punta ad avere in maggiore quantità rispetto ai rivali della Francia.