
Un’altra novità all’Università per stranieri di Siena: un’aula “spirituale“ riservata agli studenti
Uno spazio dell’essere, sottratto al fare. Il luogo della diversità, non della produttività, dei crediti, della performance. Dove pregare ma anche solo restare in contemplazione, riflettere, da soli o in compagnia. Il tutto in pace, in armonia con l’ambiente, la natura", così il rettore Tomaso Montanari presenta la nuova ’aula spirituale’, realizzata e inaugurata ieri nella sede di piazzale Rosselli dell’Università per Stranieri di Siena.
E’ una piccola stanza rettangolare, a ridosso dell’ingresso, con due pareti bianche e due verdi; con una panca su un lato; ai muri le tele dell’artista Giovanni de Gara e al centro una ’fabbrica dell’aria’, la serra indoor progettata dal professor Stefano Mancuso dell’Università di Firenze, un progetto sperimentale per purificare l’aria. Al taglio del nastro hanno presenziato, insieme a studenti e docenti, i rappresentanti delle comunità religiose: "Qui potranno isolarsi a pregare coloro che oggi lo fanno nei corridoi – spiega il rettore Montanari –. Ma non solo: è un luogo per tutti, per chiunque senta l’esigenza di staccarsi dal fare quotidiano".
L’Università come istituzione formativa ma anche luogo d’incontro, di conoscenza e di condivisione, in una società multiculturale: "Ci siamo ispirati all’articolo 4 della Costituzione italiana - prosegue – che dice che ’ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Il progresso spirituale della comunità è culturale e religioso; è nel rispetto della diversità e del diverso credo. E fa parte della mission accademica: noi crediamo nell’università in presenza, nell’incontro delle persone (in corpo e in spirito), nello spazio pubblico. Crediamo in una pedagogia delle cose che non sia oppressione ma liberazione".
E la cerimonia inaugurale a Unistrasi parte proprio da questa premessa e con un’invettiva sulla concorrenza telematica: "Le fabbriche di lauree a distanza oggi producono l’11 per cento dei laureati, uno su cinque - dice Tomaso Montanari aprendo la cerimonia –, il Consorzio degli atenei telematici è la più grande università italiana ed è un problema. Queste università non formano cittadini, ma vendono a clienti. E fanno comodo in una società in cui il dissenso è il nemico: i loro studenti non parlano, non sviluppano pensiero critico e non dissentono. L’università in presenza, in cui noi crediamo, è dove si impara l’arte dei rapporti umani, dove ci si prende cura degli edifici, degli spazi comuni e si condivide la vita quotidiana".