Incendio in un bagno del ’Marconi’. Appiccato il fuoco al dispenser: "Evacuate 11 classi, troppo fumo"

E’ intervenuto subito il professor Tafi con un estintore. Il dirigente Guerranti: "Fatta denuncia ai carabinieri"

Incendio in un bagno del ’Marconi’. Appiccato il fuoco al dispenser: "Evacuate 11 classi, troppo fumo"

I resti del dispenser. a cui è stato dato fuoco ieri intorno alle 11 nel bagno delle femmine. al primo piano Dopo mezzogiorno 200 studenti a casa

di Laura Valdesi

SIENA

"Un incendio. I danni sono pochi, il fumo però è stato tanto perché è andato a fuoco il dispenser di plastica della carta in bagno", sintetizza il preside del ’Marconi’ Luca Guerranti. Che ieri sera è andato al comando provinciale dei carabinieri in viale Bracci a fare denuncia contro ignoti. Già al mattino, quando è scattato l’allarme, i militari hanno raggiunto l’istituto nel plesso di via Roma per fare accertamenti e verificare la situazione. Che ha costretto undici classi, circa 200 studenti, a lasciare le aule andando in giardino. "Poco dopo mezzogiorno ho mandato i ragazzi a casa visto che il forte odore di bruciato e di fumo persisteva. Motivi di salute e di igiene", spiega Guerranti. Dopo aver verificato ieri sera che, grazie al lavoro di pulizia svolto dal personale, i locali erano in ordine e profumati, ha deciso che oggi tutti i ragazzi evacuati possono tornare regolarmente in classe.

Ora spetta ai carabinieri individuare chi ha appiccato il fuoco al dispenser anche se non ci sono telecamere, né sospetti. L’episodio si è verificato intorno alle 11, poco dopo l’intervallo, quando il personale era impegnato nella sorveglianza. Quando hanno visto uscire il fumo e sentito odore di bruciato "le classi al primo piano si sono svuotate. Ad intervenire in modo decisivo con un estintore è stato il professor Gabriele Tafi. C’era un fumo terribile, per via della plastica e della carta. Dispiace soprattutto per la salute dei ragazzi, meno male che nessuno si è sentito male. Poi c’è il danno, bisogna imbiancare, senza contare l’impegno del personale per riordinare. Soldi che si potevano spendere meglio, per la didattica", conclude amaro Guerranti.