Siena, 30 settembre 2014 - IN QUALCHE modo Filippo Roncucci pareva aspettarselo. O meglio, temeva che potesse accadergli proprio quello che gli è accaduto e proprio in quell’evento. Non tanto perché, da persona intelligente e pilota esperto qual era, sapeva bene i rischi che correva compiendo le sue acrobazie aeree, quanto, piuttosto, per una di quelle strane ombre che a volte attraversano la mente, o forse il cuore, e che a voler dar loro il nome giusto vanno chiamate presentimenti. Chi scrive ha avuto il privilegio di essere amico di Filippo e come amico più che come giornalista lo ha intervistato proprio venerdì scorso, alla vigilia di Agrobazia 2014, il suo airshow, la manifestazione di volo acrobatico che da quattro anni organizzava sulla sua aereosuperficie di Mensanello. Quest’anno l’aveva voluta dedicare a Francesco Fornabaio, il campionissimo della specialità deceduto una settimana prima a Venezia, che di Roncucci era amico intimo e che di Agrobazia era stato uno degli ideatori.
Oltre a raccontare proprio la nascita del raduno di Mensanello e la sua intenzione di dedicare l’edizione 2014 all’amico e maestro che non c’era più, in quella chiacchierata amichevole e nient’affatto formale, come era nella sua indole, Filippo aveva parlato a lungo anche della sua perplessità dopo quello che era accaduto a Venezia. «Francesco non era solo il più bravo di tutti — diceva — era anche il più professionale, il più scrupoloso, il più attento alla sicurezza. Era l’Ayrton Senna del nostro ambiente, insuperabile ai comandi e meticoloso nella preparazione». Fa male, malissimo, rovistare fra gli appunti dell’intervista a un amico scomparso, e fa ancora più male accorgersi solo ora che la tragedia è successa davvero, che in quelle parole che avevi trascurato si nascondeva una sorta di premonizione, come se qualcuno avesse sussurrato qualcosa alle orecchie di Filippo.
« Sono stato incerto fino all’ultimo se organizzare o no Agrobazia 2014 — disse —. Per il dolore della morte di Francesco, naturalmente, ma anche perché il suo incidente mi ha lasciato molto perplesso. Continuo a dirmi che se è capitato a lui, proprio a lui che era così attento a non trascurare niente, che non lasciava mai nulla al caso, che diceva sempre ‘siamo dei pazzi, ma pazzi che alla pellaccia ci tengono’, può davvero capitare a tutti. Anche a me, magari quando meno me l’aspetto. Alla fine il sentimento ha vinto e, pazzo o no, pensando che anche Francesco avrebbe voluto così, ho deciso di fare Agrobazia per rendergli omaggio». No Filippo, non eri pazzo. Eri un uomo vero, e da uomo vero hai deciso di andare oltre i tuoi dubbi e le tue perplessità, forse anche oltre le tue paure, perché ti chiamava una ragione più forte a cui quelli che hanno il tuo cuore non sanno resistere, l’amicizia. Ti saluto, amico caro, come tu avevi detto di voler salutare Francesco Fornabaio, alzando un bicchiere di vino. Alessandro Vannetti
Su youtube video delle evoluzioni di Roncucci.