
L’arcivescovo di Siena, cardinale Augusto Paolo Lojudice, nell’incontro con Papa Francesco
"La Chiesa dovrà continuare la strada intrapresa da Papa Francesco. Non può tornare indietro". Le parole del cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e presidente della Conferenza episcopale toscana, tracciano la rotta in maniera chiara e inequivocabile.
Cardinale, qual è l’eredità lasciata da Papa Francesco? "Ha messo l’umanità al centro del Vangelo. La scelta del Gesù per gli ultimi, i poveri e i piccoli che può sembrare un tema prescelto ma è il Vangelo. Sono momenti importanti che la Chiesa deve vivere anche per ripensare a se stessa ed essere sempre una realtà in cammino".
Lei era molto legato a Papa Francesco, ha perso anche un amico? "L’ho incontrato dieci anni fa quando mi fece vescovo. Gli dissi ’non ho grandi caratteristiche, sono un prete normale’ e lui mi rispose ’Non ti preoccupare’. Ho percepito che mi ha voluto sempre bene, forse perché gli ricordavo quello che aveva fatto lui. Conoscendolo ho avuto la conferma che le scelte che avevo fatto da prete, con l’attenzione agli ultimi, agli esclusi, erano giuste".
Sarà il suo primo conclave. Come sta vivendo questo momento? "Con grande senso di responsabilità. Il protagonista unico e indiscusso è lo Spirito Santo. Sarà un’esperienza molto forte perché sai di essere una parte, se pur piccola, di un momento che nella storia ha un suo senso. Ne va del cammino della Chiesa di tutto il mondo".
Tra i nomi dei ’papabili’ c’è anche il suo, cosa ne pensa? "Assolutamente no, potete stare tranquilli".
Perché? "Non c’è un motivo, in realtà siamo tutti papabili e nessuno si tira indietro. Ma non ho la più pallida idea su chi sarà il prossimo papa. Italiano, europeo, dell’altra parte del mondo, non lo so e non credo sia giusto fare quiz. In conclave ci sarà l’abbandono fiducioso alla grazia di Dio, nel conoscersi e poi indicare il successore di Papa Francesco".
Papa Francesco è morto nel giorno in cui l’Angelo apparve alla donne giunte al Sepolcro di Gesù e disse loro "Non abbiate paura". Lei ha paura per il futuro della Chiesa? "Ogni passaggio della storia ha le sue criticità. Tutti i papi hanno avuto i loro fan e le loro critiche, anche efferate. La Chiesa con grande responsabilità dovrà continuare a guardare alla pacificazione, al cammino di unità dei cristiani e ad un rinvigorimento della fede di noi cattolici. Ho sempre ritenuto che in cuor proprio ognuno di noi comprende quando è arrivato il momento. Ha salutato il mondo con ’Buona Pasqua’, ha fatto la benedizione ’urbi et orbi’ e poi è passato tra la gente come a dire ’la mia vita siete voi’. Non sarebbe stato nel suo stile morire in un letto di ospedale. Io credo che lui l’abbia chiesto e il Signore l’ha ascoltato: ’Ti faccio fare l’ultimo giro che dimostra che tu ci sei, ci sei stato e ci sei voluto stare fino alla fine. Così come è giusto che sia’. E ora lascia che il tuo servo vada in pace".