REDAZIONE SIENA

"Infermieri, un’emergenza nell’emergenza"

Il presidente dell’Ordine, Aurigi: "Avevamo già carenze strutturali, ora affrontiamo con professionalità una situazione straordinaria"

di Roberto Borgioni

La pandemia ha stravolto il loro lavoro e anche le loro vite. Erano sì abituati all’emergenza quotidiana, ma non a ’questa’ emergenza. Non a doversi bardare come astronauti, a mettere ogni giorno a rischio la propria salute, ad avere – perché non dirlo – anche paura di portare sull’orlo del baratro la loro vita per salvare quella degli altri. Sono stati gli infermieri i protagonisti dell’ultimo giorno del Festival della Salute, quasi un omaggio a chi ogni giorno è davvero schierato in primissima linea nella battaglia contro il virus maledetto. A spiegare cosa è cambiato in questi mesi, quali sono state le nuove precauzioni e le criticità, è stato Michele Aurigi, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Siena.

"Per noi – spiega Aurigi – l’emergenza è cominciata già a febbraio scorso quando sono iniziati a crescere in maniera esponenziale gli arrivi di pazienti Covid negli ospedali. Ci siamo trovati costretti a dover rimodulare tutti i nostri assetti e a rivedere le nostre attività in situazioni straordinarie, con modalità diverse di lavorare. Sono diventati prioritari l’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione e la parte diagnostica relativa ai tamponi: quest’ultima da attività routinaria e residuale è diventata il fulcro". Una situazione che ha creato smarrimento, tensione e, appunto, paura. Perché anche gli infermieri sono persone, hanno una famiglia, hanno la propria vita.

"La difficoltà iniziale – sottolinea Aurigi – è stata soprattutto quella relativa ai dispositivi di protezione individuali: ce n’erano pochi e ogni giorno dovevamo attendere le dotazioni prima di poter lavorare. Abbiamo cercato di garantire la massima sicurezza al personale ma chiaramente abbiamo a che fare con un virus estremamente contagioso e dunque le precauzioni sono fondamentali, con sempre maggiori attenzioni a tutte le pricedure di sanificazione personale e degli ambienti".

Altro tema è quello della carenza di personale: "Vi è stata un’immissione abbastanza importante nei mesi scorsi, tuttavia è andata a colmare quei posti vuoti che denunciavamo già prima dell’emergenza sanitaria. Il Covid-19 ha messo a nudo questo aspetto causato dai tagli al personale e i 5.000 tra medici e infermieri inseriti nel sistema sanitario negli ultimi mesi sono andati a riportare alla normalità sotuazioni di carenze strutturali. Il problema – conclude Aurigi – è che lavoravamo in emergenza già nell’ordinario e ora stiamo affrontando lo straordinario. Per fortuna gli infermieri impegnati nelle strutture hanno dimostrato professionalità e abnegazione per reggere l’urto di questa drammatica situazione".