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Influenza e Covid Serve il vaccino

Al via dal 5 ottobre la distribuzione anticipata. L’obiettivo è evitare la doppia infezione

Il colpo di tosse o lo starnuto sono sintomi di patologie tipiche della stagione fredda e non propri solo del Covid. Sono sintomi di un’infezione virale, quella dell’influenza stagionale di tutti gli anni e del coronavirus quest’anno. Ed è qui il motivo per cui il vaccino antinfluenzale quest’anno è tanto atteso e sarà determinante: la vaccinazione aiuterà ad escludere una patologia e faciliterà la diagnosi e il percorso terapeutico. "Ci sono due motivazioni per cui quest’anno consigliamo più che mai di fare il vaccino dell’influenza, che sarà in distribuzione anticipata, in Toscana dal 5 ottobre", annuncia la dottoressa Elena De Sanctis, referente rete vaccinale dell’Asl Toscana Sud Est.

Perché l’anticipazione?

"Per cercare di evitare la sovrapposizione fra Covid e influenza stagionale che solitamente si manifesta più avanti e arriva al picco fra dicembre e gennaio. Vaccinarsi per l’influenza eviterà la contemporaneità della doppia infezione virale e faciliterà la diagnosi, visto che i sintomi sono sovrapponibili. Chi avrà fatto l’antinfluenzale potrà escludere di avere una febbre di stagione. Anche se non escluderà altre febbri che in inverno circolano con i virus, compreso il Covid".

Come si riconosce dunque il Covid dall’influenza?

"La diagnosi di certezza è solo con il tampone. L’antinfluenzale eviterà la doppia infezione, che in alcuni soggetti complicherebbe molto la situazione".

Chi dovrebbe fare il vaccino?

"E’ indicato e somministrato gratuitamente a soggetti fra 6 mesi e 65 anni con più patologie; ad anziani ultra 65enni e a chi è ospitato in Rsa o in lunga degenza. Poi è offerto gratuitamente a personale in prima linea, dunque addetti sanitari, forze dell’ordine e al personale delle scuole".

Quale è la copertura?

"Quella minima indicata per la comunità è del 75%, ma ogni anno raggiungiamo più o meno la metà dell’obiettivo. Quest’anno l’importanza di questa prevenzione ha comportato l’acquisto del 30% di dosi in più e l’allargamento della fascia a cui è offerta, ovvero anche ai soggetti fra 60 e 64 anni e ai bambini fra 6 mesi e 6 anni. I bambini non sono soggetti a rischio ma la vaccinazione protegge i familiari, in particolare i nonni".

Paola Tomassoni