di Laura Valdesi
SIENA
Esercizio abusivo della professione medica e lesioni colpose gravi le accuse nei confronti di una 56enne di Poggibonsi titolare di un centro estetico. Che è stata condannata ieri dal giudice Francesco Cerretelli ad un anno più 15 mila euro di multa. Ha disposto inoltre che la sospensione condizionale sia subordinata al pagamento di una provvisionale di quasi 12mila euro nei confronti della parte offesa. Ha disposto la confisca del materiale sequestrato all’epoca degli accertamenti, unitamente alla pubblicazione della sentenza su due testate locali del comune di riferimento.
"Il giudice ha disatteso completamente la nostra ricostruzione dei fatti – commenta a caldo l’avvocato Giuseppe Stefanucci che difende l’estetista –, non ci attendevamo soprattutto una richiesta risarcitoria così importante stante anche il fatto che non è stata svolta la consulenza tecnica d’ufficio ma soltanto di parte. Fra novanta giorni, lette le motivazioni, presenterò sicuramente appello". La parte civile, una donna valdelsana, era assistita dall’avvocato Stefano Cipriani.
Era ricorsa al centro estetico per migliorare l’adiposità sui glutei e sull’addome dove invece, secondo quanto rilevato da una specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva a cui si era rivolta nel dicembre 2020, sono rimaste lesioni tuttora evidenti. A distanza di anni. Nel corso della testimonianza la specialista parlò di "chiazze scure diffuse in più punti; rilevai una sorta di avvallamenti della cute. Si erano creati dei ’buchi’ intervallati da tessuto sano". Lesioni a glutei ed addome. Un danno che a giudizio della chirurga era collegato al fatto che le iniezioni del prodotto erano state fatte in maniera troppo superficiale mentre occorreva infiltrarlo in profondità. L’estetista, nella deposizione del maggio scorso, aveva rivendicato tra l’altro di non aver effettuato delle iniezioni usando in realtà un macchinario secondo un protocollo scientifico, dopo aver seguito corsi di formazione. In particolare, stando a quanto riscontrato nel corso delle indagini dal pm Silvia Benetti, sarebbe stata utilizzata fosfatidilcolina che contrasta inestetismi di cellulite e grasso localizzato. Il medico legale, consulente di parte civile, aveva raccontato che la donna trattata al centro estetico accusò febbre alta, dolori ai glutei e all’addome. Di più: le iniezioni sarebbero state effettuate esercitando abusivamente la professione medica in quanto solo chi ha una laurea può svolgere quei trattamenti. A sollevare il coperchio sulla vicenda erano stati gli uomini del commissariato di Poggibonsi. L’imputata ieri era in aula alla lettura della sentenza, accanto al suo avvocato. Non c’era invece la parte civile.