REDAZIONE SIENA

"Insegnare è la mia passione. È faticoso, ma voglio farcela"

L’esperienza di Alessio Anichini laureato in Lettere Classiche a Siena

Una scelta non facile al giorno d’oggi ma comunque d’amore nei confronti dell’insegnamento quella fatta da Alessio Anichini classe 1999 senese e contradaiolo che ha scelto di buttarsi nel mondo della scuola. Una passione che è iniziata tra i banchi del Liceo Classico Enea Silvio Piccolomini da cui è uscito con il massimo dei voti e la lode nel 2018, e che oggi continua nella speranza che possa diventare realtà.

Alessio la scelta di iniziare ad insegnare e di fare di conseguenza Lettere Classiche arriva subito finito il liceo? Visto l’esodo di tanti giovani senesi verso le grandi città, ti è mai venuto il dubbio di andare a studiare fuori da Siena?

"Devo essere sincero, vedendo anche l’ottimo livello che aveva la facoltà di Lettere Classiche si Siena non ho mai avuto dubbi, anche perchè non mi volevo allontanare da Siena. Forse rispetto al 2019 qualcosa è cambiato a causa di qualche grande professore andato in pensione e qualche sostituzione non allo stesso livello. Per quanto riguarda poi la voglia di andare ad insegnare, si è sviluppata tra i banchi di scuola, dopo di che mi sono laureato in triennale e magistrale finendo gli studi nel 2024".

Come sta procedendo nel sistema scolastico?

"Il percorso è molto difficile, soprattutto perchè tramite una delle ultime riforme scolastiche, io che ho studiato Lettere Classiche per tenermi più strade aperte possibili, grazie anche al greco, sono stato danneggiato per una questione di classe di concorso. Per abilitarmi ho dovuto fare un concorso di 60 CFU, praticamente un anno accademico, ovviamente con costi abbastanza importanti, e sono abilitato per italiano e latino; purtroppo avessi voluto metterci anche il greco sarei stato abilitato solo per i licei classici, di conseguenza, non mi sarebbe convenuto essendocene solo due in zona".

Ti sei pentito della scelta che hai fatto viste tutte le difficoltà che ci sono da affrontare per fare questo lavoro?

"Assolutamente no. L’ho capito quando ho fatto una supplenza per due mesi al Liceo delle Scienze Umane di Montepulciano, un’esperienza indimenticabile, che mi ha fatto capire la bellezza del lavoro che voglio fare, e che soprattutto questa è la mia strada. Certo che il sistema scolastico italiano ovviamente è molto arretrato, le difficoltà economiche e burocratiche sono incredibili".

Un consiglio che daresti ai giovani di oggi che vogliono fare la carriera dell’insegnamento?

"Il rapporto che si crea con i ragazzi andrà oltre ogni problema amministrativo, economico e burocratico. Bisogna essere concentrati su quello che si vuole avere e lavorare duro per ottenerlo".

Matteo Cappelli