MARCO BROGI
Cronaca

La battaglia di Maurizio per vivere: "Terapia in Messico, manca poco..."

L’ex poliziotto lancia l’appello: "Tra 15 giorni prenderò l’ultimo volo per andare in clinica. Servono 3mila euro" .

La battaglia di Maurizio per vivere: "Terapia in Messico, manca poco..."

Maurizio Coluccio

La solidarietà non è in via di estinzione. Nemmeno sui social, che se usati con cuore e intelligenza possono essere molto utili. E anche contribuire a salvare vite. E’ anche grazie ai social che Maurizio Coluccio, 53 anni, ex poliziotto, un’esistenza vissuta un po’ a Siena e un po’ a Poggibonsi, affetto dalla sindrome di Cogan (una rarissima malattia degenerativa), è riuscito a trovare i soldi per sottoporsi in uno ospedale messicano a un trattamento terapeutico sperimentale che fortunatamente sta dando ottimi risultati. Per completare il ciclo di cure, che in tutto costa 30mila euro, ne mancano però 3 mila. Sulla pagina facebook di Poggibonsi, che altre volte gli ha dato una mano, Maurizio lancia un accorato appello. "Tra 15 giorni - racconta- prenderò l’ultimo volo per recarmi alla clinica di Tijuana, dove effettuerò il terzo e ultimo trapianto e l’ultima dialisi intestinale. Tra la metà e la fine di novembre, se le analisi confermeranno che tutto è andato per il meglio, come già è stato per 14 mesi, potrò finalmente tornare a casa. Mancano circa 3.000 euro per completare tutto, comprese le spese di viaggio di ritorno, e poi sarà finita. Un ultimo sforzo e poi vi potrò riabbracciare. Grazie, grazie a tutti voi".

La raccolta di fondi per Maurizio ha trovato subito terreno fertile e in tanti si sono dati da fare per contribuire alla causa: il gruppo Equivaliamo Siena, il Centro olistico Misia a Sovicille, ma anche tanti cantanti che vivono in Valdelsa, tra cui Laura Batoni, Duccio Limberti e sua moglie, Lali Burduli, artista georgiana di grande levatura. "Se qualcuno vorrà farmi un piccolo regalo, vi ricordo che è sempre ben gradito- aggiunge Maurizio-. Perdonate la mia insolenza, ma è per necessità. Che Dio mi perdoni se tutto questo può provocare in voi amarezza o altro sentimento negativo. E’ grazie a voi che mi sono potuto curare e se starò bene. Senza di voi ciò non sarebbe potuto accadere ed oggi avreste solo un lontano ricordo di me".

Grazie è la parola che Maurizio dice più spesso nelle interviste e sui sociali. La ripete come un mantra e la ripeterà per sempre. La raccolta di fondi ‘Il sogno di una vita per Maurizio’ va avanti sulle pagine Facebook e con il passaparola. Nella gara di solidarietà che è scattata un anno fa e tra qualche giorno centrerà sicuramente l’ultimo obiettivo hanno vinto tutti. Anche i social. Spesso giustamente criticata per via di certe derive o per i leoni da tastiera, a questo giro la piazza virtuale ha mostrato il suo lato migliore.