REDAZIONE SIENA

La capanna di Gesù . La curva sulla statale 326 è uno spettacolo unico

A Gracciano la comunità orgogliosa del presepe che viene fatto da 25 anni. Dall’idea del prof Bocci, tutto è realizzato con materiale povero e riciclato.

Ecco come si presenta il presepe sulla statale 326 a Gracciano, in alto la capanna di Gesù l’allestimento sul costone

Ecco come si presenta il presepe sulla statale 326 a Gracciano, in alto la capanna di Gesù l’allestimento sul costone

"Si, la curva di Gracciano, quella del presepe". Una frase del genere, se pronunciata anche ‘fuori stagione’ (come avviene veramente), è una sorta di certificazione. Perché il presepe che ogni anno, da venticinque anni, viene allestito a Gracciano, frazione di Montepulciano, sulla piccola scarpata che delimita la statale 326 al bivio che conduce verso la Stazione o verso il Capoluogo, è talmente abituale, noto, visibile, da essere diventato un riferimento nel paesaggio.

Nata da un’idea del Prof. Bocci, docente di educazione artistica, questa grande rievocazione della natività, che si estende su un fronte di una ventina di metri, è anche motivo d’orgoglio per i graccianesi, che vi dedicano ogni anno impegno ed energie. "Nessun elemento è di provenienza industriale" spiegano gli artefici attuali, che si identificano nel gruppo ‘Cinema sotto le stelle’, all’interno della locale società sportiva. "Tutto è autocostruito, spesso riciclando altri oggetti. I personaggi nascono intorno a bottiglie di plastica, di varie dimensioni, riempite di sabbia; le teste sono palline dell’albero di Natale decorate o anche di legno, opera del mitico artigiano Bruno Pinzi, detto "Lilli", 91 anni; gli abiti sono stati progettati e cuciti o assemblati dal gruppo ‘costumisti’, composto da Anna, Marisa, Rosanna, o dallo stesso Lilli, nel ricordo di Guido Masneri, altro animatore dell’iniziativa, purtroppo scomparso troppo presto".

Arrivando da Siena, dalla Valdichiana, il presepe di Gracciano, grazie anche ad una eccellente illuminazione, si staglia in cima ad un breve, ripido pendio, ecco perché non può passare inosservato. Evidentemente neanche a malintenzionati, visto che nel tempo si sono verificati diversi furti di personaggi, in particolare di tre grandi Re Magi. "Ogni anno cerchiamo di aggiornare l’allestimento ai fatti del mondo – continuano a spiegare gli organizzatori – abbiamo anche una riproduzione di Gerusalemme, avremmo potuto simbolicamente esporla bombardata ma preferiamo confidare nella fine della guerra".

Sono entrati infine nell’aneddotica locale i rapporti tra la fauna locale e il presepe, su tutti il gattone che aveva scelto la capanna di Gesù Bambino per sonnellini ristoratori, al caldo del faretto che la illumina.

Diego Mancuso