di Alessandro Farruggia
A volte la realtà supera l’immaginazione. Ed essere un sito Unesco, patrimonio dell’umanità, non garantisce dall’essere proposto come sede per un deposito di rifiuti nucleari. Sogin – l’azienda pubblica che gestisce i rifiuti nucleari, oggi sparsi in vari siti – ha pubblicato la Carta nazionale delle aree più idonee alla costruzione del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi (la cossidetta Cnapi), pronta dal 2015 e sinora secretata. La Cnapi non dice dove bisognerà costruire il deposito, ma delinea 67 aree e nelle quali ci sono le condizioni tecniche per costruirlo. Le aree considerate più interessanti sono 23 e di queste due sono in Toscana: una a Campagnatico e una nel senese (tra Trequanda e Pienza).
In Italia Pienza è patrimonio condiviso, comune sentire e orgoglio nazonale. L’Unesco se ne è accorta, Sogin, no. E questo è grave non solo per una generica scarsa sensibilità, ma anche perché l’Ispra nella guida tecnica numero 29 del 2014 dettò puntigliosamene i criteri di selezione della Cnapi. C’erano 15 criteri di esclusione e 13 criteri di approfondimento "da valutare nelle fasi di localizzazione". Tra questi, al punto CA 11, c’era la presenza di "produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico". Abbastanza per escludere Pienza-Trequanda? Macchè. Nella relazione tecnica si afferma che "il modello di classificazione delle Aree si deve basare sui criteri riportati nella Guida Tecnica 29 ed in particolare su quelli che rispondono a caratteristiche tecniche, economiche, ambientali e sociali" in particolare "aree naturali protette, distanza dai centri abitati, presenza di habitat e specie animali e vegetali di rilievo conservazionistico, produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, disponibilità di vie di comunicazione primarie e infrastrutture di trasporto".
In realtà il criterio CA11 dell’Ispra è ben più ampio e parla di "produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico". Ma nella relazione tecnica Sogin il riferimento a luoghi di interesse archeologico e storico scompare, aprendo la possibilità di inserire Pienza pur se solo un fattore su quattro risulta favorevole. Sogin ammette infatti una "alta presenza di significativi elementi di tutela della natura", ammette che per le valenze agrarie"la superficie dedicata a Dop-Igp-Bio sul totale superficie agricola è del 69%" che "c’è un edificio residenziale nell’area di ingombro del progetto" che la distanza dai centri abitati del baricentro dell’ipotetica area di ingombro progetto è di soli 2.4 chilometri quindi "meno favorevole", al pari delle altre tre. Il solo fattore che ottiene un "favorevole" è quello relativo ai trasporti terrestri, e solo a metà perchè per i trasporti ferroviari perché la "distanza da linee ferroviarie idonee" è 11.2 chilometri, quindi "meno favorevole".
Disco verde solo per i trasporti stradali. Basta questo per affermare: "Dato che dalla valutazione risulta un fattore favorevole il giudizio complessivo dell’area è ’Buona’ e quindi classificata nella sottoclasse A2". Saluti a Pienza. E pazienza per l’Unesco.